La spesa per l’istruzione in Italia si conferma tra le più basse nell’Unione europea: nel 2018 la spesa pubblica è aumentata dell’1% in termini reali rispetto all’anno precedente, ma resta ben al di sotto della media UE, sia in percentuale del PIL (il 4 % contro il 4,6 %) sia in percentuale della spesa pubblica totale, che all’8,2%, è la più bassa dell’UE (9,9%). Addirittura per le scuole superiori in dieci anni l’impegno finanziario dell’Italia si è ridotto di quasi il 20%. E per l’Università l’impegno italiano è il più basso dell’Unione. Lo riporta Tuttoscuola soffermandosi sull’analisi annuale del rapporto di monitoraggio sull’educazione e la formazione della Commissione europea dal titolo “Education and training monitor 2020”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che “colmare quasi 2 punti percentuali di investimento per la Scuola e Università rispetto al Prodotto interno lordo è una priorità assoluta. Il premier Giuseppe Conte e la ministra Lucia Azzolina lo hanno detto in più occasioni: ecco perché l’assegnazione di almeno il 10 per cento del 209 miliardi derivanti dal Recovery Fund è un passaggio cruciale che non può mancare. Infrastrutture, digitalizzazione, organici maggiorati, stabilizzazione dei precari e più tempo scuola, anche di pomeriggio, diventano imprescindibili se si vuole alzare l’asticella delle competenze, anch’esse in calo, pure in campo digitale, e ridurre l’abbandono scolastico che soprattutto in alcuni territori tocca percentuali da paesi tutt’altro che moderni”.
Nonostante un leggero aumento nel 2018, l’impegno finanziario pubblico per il settore scolastico, universitario e in generale per la Conoscenza rimane fortemente al di sotto di quello attuato negli altri paesi Ue. “Mentre la quota di PIL assegnata all’educazione pre-primaria, primaria e secondaria è sostanzialmente in linea con gli standard europei – scrive Tuttoscuola analizzando l’analisi europea che mette a confronto i 27 paesi membri – , la spesa per l’istruzione terziaria è la più bassa dell’UE, sia in percentuale del PIL (lo 0,3% contro lo 0,8%) sia in percentuale della spesa pubblica per l’istruzione (il 7,7 % contro il 16,4 %)”.