Questo è il primo fine settimana in cui fa il suo esordio il cashback natalizio e nonostante la partenza sia stata in salita, molti operatori e altrettanti consumatori manifestano grandi aspettative nei confronti di questa misura che, ricordiamo, sarà operativa anche nel 2021 e nel 2022. Tuttavia, le criticità di questa iniziativa sono molte e non tutte legate alle difficoltà di registrazione avvenute in questi giorni. Afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo…
“Nei prossimi 2 anni le risorse necessarie per finanziare il cashback ammonteranno a 4,7 miliardi di euro. Una spesa smisurata che tutti gli italiani saranno chiamati a pagare per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica, concorrendo così alla riduzione dei pagamenti in nero effettuati con il contante. Nella pratica, però, sarà un provvedimento che favorirà soprattutto coloro che possiedono una elevata capacità di spesa. Persone che, secondo le statistiche, vivono nelle grandi aree urbane del Nord, dispongono di una condizione professionale e un livello di istruzione medio-alto. Insomma, una misura a vantaggio dei ricchi, ma pagata con i soldi di tutti. Un modo veramente molto singolare di combattere l’evasione fiscale”.
E’ vero, sottolineano dalla CGIA, che dal 2021 la restituzione dei soldi sul conto corrente avverrà fino alla soglia del 10 per cento della spesa sostenuta con almeno 50 operazioni effettuate entro un tetto di 1.500 euro ogni sei mesi (quindi 300 euro al massimo di ristoro per ogni anno). Ma sempre dal prossimo 1 gennaio e senza alcun importo minimo di spesa, i primi 100 mila partecipanti che in ogni semestre totalizzeranno il maggior numero di transazioni valide, riceveranno addirittura un super cashback di 1.500 euro.