Messina – Quella di gennaio 2020 è stata una delle più importanti operazioni antimafia eseguite in Sicilia sicuramente la più imponente, sul versante dei Fondi Europei dell’Agricoltura in mano alle famiglie mafiose, mai eseguita in Italia.
Più di mille uomini della Guardia di Finanza e dei Carabinieri hanno assicurato alla giustizia numerosi componenti di famiglie mafiose contestando loro reati che ruotano attorno al lucroso affare dei Fondi Europei per l’Agricoltura in mano alle mafie combattuto con forza con il cosiddetto “Protocollo Antoci”, ideato e voluto dall’Ex Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci e, dal 27 settembre 2017, Legge dello Stato.
Da anni venivano utilizzate queste ingenti risorse comunitarie per foraggiare le varie attività svolte dalle famiglie mafiose e, come ha evidenziato l’indagine di Carabinieri e della Guardia di Finanza, alla “spartizione virtuale del territorio”.
Un meccanismo interrotto proprio da quel Protocollo che Antoci ha fortemente voluto, rischiando la vita, ma che ha posto le basi per una normativa che consente di porre argine alla problematica, consentendo anche azioni di rientro delle somme indebitamente percepite a favore di allevatori e agricoltori onesti stragrande maggioranza della popolazione dei Nebrodi.
Per anni – dichiara Antoci – tutto rimaneva sotto traccia e mentre ciò accadeva, nel silenzio e nella paura di tutti, le famiglie mafiose introitano milioni di euro nei loro conti correnti. Tutti incredibilmente soldi pubblici. Adesso la Giustizia farà il suo corso e il Processo restituirà, certamente, dignità e coraggio ad un territorio che non meritava di essere tenuto sotto scacco da questi personaggi – conclude Antoci.