Conclusa dai Finanzieri del Comando Provinciale di Modena un’attività in materia di incompatibilità nel pubblico impiego, coordinata dalla Procura Regionale della Corte dei Conti per l’Emilia Romagna – diretta dal Procuratore Regionale Carlo Alberto Manfredi Selvaggi – nei confronti di un professore a tempo pieno della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Modena, sono state avviate a seguito di una preliminare attività info-investigativa all’esito della quale è stato rilevato che il docente aveva percepito, nel periodo 2013-2019, dei compensi al di fuori dell’attività istituzionale, esercitando attività incompatibili con il proprio status di dipendente pubblico. Più in dettaglio è stato accertato che il professore, titolare del 100% delle quote di una società a responsabilità limitata, per dissimulare la propria attività industriale-commerciale, aveva nominato prima un nipote e poi un figlio legali rappresentanti dell’azienda. In realtà la società veniva gestita dallo stesso professore che si occupava direttamente anche delle commesse.
La SRL riconducibile al docente, inoltre, aveva stipulato una serie di contratti con ditte esterne, facendo figurare che le attività venivano svolte da famigliari. Ma quando gli investigatori hanno contattato le aziende committenti i lavori, quest’ultime hanno disconosciuto di aver avuto contatti con i famigliari ed affermato di averli avuti direttamente con il docente. Dette attività, sono state quantificate in euro 567.564,91 di incarichi non consentiti, ricondotti ad attività libero professionali, assolutamente incompatibili con lo status di docente, come previsto dalla legge 30 dicembre 2010, n.240 (cosiddetta “Riforma Gelmini”), oltre che euro 41.760 di docenze extraistituzionali non autorizzate presso altri enti. Inoltre sono stati contestati al docente euro 55.505 derivanti dal ricalcolo della retribuzione concessa, quale pubblico dipendente a tempo definito, anziché a tempo pieno ed euro 285.906 di utili di impresa che non poteva esercitare/amministrare.
Per quanto sopra, nei giorni scorsi è stato notificato al citato docente un “invito a dedurre” emesso dalla Procura Regionale Emilia Romagna della Corte dei Conti, con il quale gli è stato contestato danno erariale complessivo per circa un milione di euro. L’attività di Polizia Economico-Finanziaria svolta si colloca nel solco degli obiettivi strategici della Guardia di Finanza e testimonia il costante impegno profuso dal Corpo nel contrastare la violazione delle norme che sanciscono il vincolo di esclusività dei pubblici impiegati nei confronti delle Amministrazioni pubbliche di appartenenza.