Messina – De Luca è un problema. La vicenda ingloriosa dell’ordinanza-sceriffa sulla “zona rossa” evidenzia da sola tutta l’inadeguatezza e incapacità amministrativa, politica e istituzionale di un soggetto che tenta continuamente di asservire il suo ruolo alla campagna elettorale. Inadeguato è un sindaco che non conosce i limiti delle sue competenze e produce atti nulli in falsa applicazione di legge. Incapace è un sindaco che nel corso della pandemia non programma i provvedimenti necessari e in suo potere per tutelare la salute pubblica.
Solo un piccolo esempio, un elenco non esaustivo, di ciò che avrebbe potuto/dovuto fare per preparare la città alla seconda ondata dell’epidemia, in un arco temporale di OLTRE DIECI MESI:
1) Piano per la mobilità sostenibile per ridurre la domanda di trasporto pubblico e garantire il distanziamento sociale sui mezzi;
2) “Piano-orari” per ingressi e uscite da scuola e lavoro per decongestionare il trasporto;
3) Sostegno a famiglie, alunni e studenti per la ricezione della didattica a distanza;
4) Censimento anagrafico degli anziani soli per rilevazione dei bisogni e consegna della spesa, attivando anche un “telefono argento” per contatti, compagnia e supporto psicologico;
5) Collaborazione con ASP e Prefettura (non sterili, inutili e strumentali attacchi) per le criticità del tracciamento e il controllo del territorio (il Sindaco può chiedere il Comitato di Sicurezza e O.P.);
6) Monitoraggio epidemiologico secondo i criteri del CTS nazionale per valutare in continuo la situazione e interloquire tempestivamente con Regione e Governo;
7) Sostegno economico agli esercizi per la consegna domiciliare dei prodotti per ridurre flusso veicolare, affollamenti fuori e dentro i negozi, rischio di mancato rispetto dei distanziamenti;
8) Incentivazione della “modernizzazione” della macchina burocratica del Comune, con investimenti per la digitalizzazione dei servizi essenziali, usando bene i fondi allo scopo ereditati sul PON.
Invece, nulla oltre agli strepiti e alla “genialata” della sanificazione delle spiagge, evidentemente inutile, forse tossica, oscura nei suoi costi reali e potenzialmente in danno erariale. In realtà per il Sindaco, il covid era finito con la sospensione di trasmissioni televisive e dirette FB dell’estate. E visto che “non ce n’era covid”, via libera a manifestazioni non autorizzate, assembramenti massivi, mancato rispetto pubblico dei distanziamenti. Dopo di che, libero sfogo a scontri gratuiti con ogni possibile istituzione e con qualsiasi pretesto e all’adozione di ordinanze puntualmente annullate o revocate ancor prima di entrare in vigore. I casi sono due: o non sa fare il sindaco o strumentalizza il ruolo per il suo interesse elettorale.
Proviamo a ripeterlo: il comma 5 dell’art. 50 del TUEL consente ai sindaci di intervenire con ordinanza solo “in caso di emergenze sanitarie … a carattere esclusivamente locale”, specificando che: “negli altri casi l’adozione dei provvedimenti …, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell’emergenza”. Qualcuno di buon senso può sostenere che una PANDEMIA normata da leggi, DPCM e ordinanze Regionali sia un’emergenza “a carattere locale”? No. TUTTE LE ORDINANZE CHE DE LUCA EMETTE SENZA ESSERNE PREVENTIVAMENTE AUTORIZZATO SONO NULLE, in consapevole abuso di potere. Grave che lui stesso citi questo articolo nei suoi provvedimenti, che sono FLASA APPLICAZIONE DI LEGGE.
Adesso continua la farsa. Anziché ritirare l’ordinanza con la formula dell’autotutela, chiedendo scusa ai cittadini per l’inutile tensione che ha creato, motiva la revoca parlando di tensioni eversive e minacce e promette di sospendere il servizio di raccolta dei rifiuti Covid programmato per l’ASP. È un nuovo atto meschino che penalizza i deboli: in questo caso i cittadini contagiati dal COVID-19. Chi pensa di punire qualcuno minacciando di revocare un servizio pubblico istituzionalmente negoziato non vuol bene ai suoi amministrati. Ma anche in questo caso è una minaccia di pulcinella.
Una domanda: dove mai è visto un Sindaco che urla l’esistenza di una situazione grave in città e che se ne torna per dispetto al suo paesello? Come valutare la “minaccia” di dimissioni? Si chiama “diserzione”. Uno che ha a cuore la città non scappa per coprire sue omissioni e provvedimenti sbagliati e la disaffezione della gente. Ma che vada via non può che essere un bene.
A Messina serve un Sindaco: uno di quelli normali, magari noioso agli occhi dei più, ma che anteponga il bene della Città al proprio tornaconto e vi si dedichi con serietà, umiltà e competenza. Insomma: un altro Sindaco.
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