“Tutto muta, nulla perisce” insegna Ovidio nelle sue “Metamorfosi”: un assunto che, in senso proprio e figurato, appare valido al di là del mito e consente di misurare e interpretare – anche nella realtà – l’incidenza del mutamento, specie nell’attuale frangente di trasformazioni profonde e velocissime.
Parte da qui una riflessione necessaria, quasi un imperativo per Taobuk, il festival letterario ideato e diretto da Antonella Ferrara, che da oltre un decennio si prefigge di indagare con diverse chiavi di lettura lo spirito del tempo. “Metamorfosi – Tutto muta” è appunto il tema dell’undicesima edizione, che si svolgerà dal 17 al 21 giugno prossimi a Taormina, per condurre un ragionamento su un fenomeno straordinario, diverso dal processo evolutivo, seppure ad esso apparentato. Perché metamorfosi è una trasformazione radicale, che va processata sull’ala dell’imponderabile; un incidente che crea una frattura nel tempo e nello spazio, ma nessuna dispersione; un mutamento assoluto che esclude il dissolversi. È trasmutare in altro da sé, ma conservando identità e matrice. È continuare ad esistere “oltre” la propria forma, trapassando in un’altra che si sovrascrive. Metamorfosi di esseri animati e inanimati, metamorfosi dei tempi, come quella che stiamo vivendo.
Nel solco di una vocazione maturata di edizione in edizione, Taobuk intende così mantenere uno sguardo vigile sul presente attraverso il dibattito su temi-cardine del pensiero universale. E lo farà ancora una volta grazie al contributo di alcune delle voci più autorevoli dei nostri giorni, mentre non si è ancora spenta l’eco del decennale che ha visto tra i protagonisti i premi Nobel Mario Vargas Llosa e Svetlana Aleksievič, entrambi insigniti del Taobuk Award for Literary Excellence. Il festival procede così all’insegna di un viaggio ideale, caratterizzato da un serrato intreccio tra la Letteratura e le altre Muse, in un luogo – qual è Taormina – da quasi tremila anni crocevia di culture e narrazioni. Nel cuore dell’acropoli, meta prediletta di scrittori e artisti come, tra gli altri, Tennessee Williams e Truman Capote, Oscar Wilde e David Herbert Lawrence, Greta Garbo e André Gide, risuoneranno pensieri originali e idee utili per meditare sulle trasformazioni e i mutamenti.
«Il concept di questa edizione – annuncia Antonella Ferrara – intende riflettere sulla forza e i risvolti di uno stravolgimento in sé imprevedibile, in positivo o in negativo, con meccanismi ora premianti, ora punitivi. Succede in scienza e in natura la metamorfosi, e con altrettanto stupore, fors’anche orrore, innerva di sé filosofia, letteratura e tutte le arti, laddove la trasformazione simbolica diviene metafora di quella metamorfosi del mondo che è sotto i nostri occhi. In altre parole – prosegue Ferrara – subire o andare incontro a questo processo è trasmutare in una condizione inedita di cui non vi erano le premesse. Il concetto di metamorfosi non va infatti giustapposto a quello molto affine del cambiamento, espressione piuttosto dell’incessante “panta rei” che caratterizza la vita stessa dell’universo, come postula e descrive da millenni il pensiero filosofico, ragion per cui la storia individuale e quella collettiva possono leggersi in continuo adattamento e divenire.»