Una bimba di 10 anni, durante un gioco sul TikTok è morta. Ieri un’altra bimba di 8 anni, in bici ai bordi di una piscina nel grossetano, è morta cascandoci dentro. Due storie con in comune la disattenzione. Sempre ieri non sappiamo quanti adulti hanno avuto incidenti, probabilmente più di due e anche mortali. I bimbi, in generale, hanno difese minori degli adulti, ma muoiono meno dei grandi e quando accade spesso è per colpa dei grandi. Sono quindi i grandi che vanno tenuti d’occhio, ché possono far male a se stessi e agli altri, grandi e piccoli (con l’eccezione dei casi fortuiti). Comprensibile che per TikTok e simili, in tanti abbiano chiesto maggiore attenzione dei grandi sui piccoli e rispetto delle regole per accesso e controlli. Che ci sono, precise. La colpa, quindi, non è di TikTok, ma dei grandi che li gestiscono e che non hanno rispettato le regole: alcuni piccoli dicono di essere più grandi per accedervi, e ai grandi servono più utenti e guadagni. Da sanzionare quindi sono i grandi e non i piccoli, per i quali alcuni paventano più restrizioni per l’online. I criminali sono i grandi, non i TikTok vari che gestiscono. Levare o limitare ai piccoli questi TikTok sarebbe punire i piccoli e dare ai grandi tutto, e ai piccoli bambole di pezza e trenini elettrici. Negare, quindi, i vantaggi delle tecnologie che, per esempio, ci hanno consentito di avere un vaccino anti-Covid in meno di un anno. Per capirci. Vista la bimba che è morta in piscina, dobbiamo vietare le piscine ai bimbi? Vincenzo Donvito, presidente Aduc