Quello che ho capito. anche grazie a chi mi ha tradito, è che lo sport non è, nonostante le apparenze, molto diverso dagli imbrogli quotidiani di oggi. Politica, sanità, urbanistica, università: non passa giorno che non salti fuori uno scandalo, una truffa, una frode. Speravo di cuore che lo sport fosse un paradiso… invece noi siamo quello che facciamo. Nel bene e nel male.
Lo sport non è fregare il prossimo: lo sport è etica, lealtà, onore, sportività, trasparenza, regole. Epperò preferiamo far finta di nulla. Disprezzo chi non mantiene gli impegni: per me la stretta di mano ha più valore di un pezzo di carta. Invece a quanto pare lo sport per taluni è fregare gli altri. Nè più nè meno di quello che leggiamo sulle cronache quando si parla di salute, servizi sociali, politica, urbanistica, pubblica amministrazione. Dai fatti di cronaca alla criminalità: non si spara ma – anche quando non lo si ammette – a prevalere nel sentire comune è sempre la voglia di essere “sperti” come il mafioso delle cronache, o il mafiosetto che gestisce il bar sotto casa tua, e per altro verso il disprezzo per chi rispetta le regole. Se questo è il mondo dello sport preferisco fermarmi e sedermi in una panchina del parco: come ogni cosa, anche lo sport puoi capirlo solo se il tuo punto di osservazione ne è sufficientemente distante. Un breve black out, al termine del quale non è rimasto spazio per stati di obnubilamento, di reminiscenza, di blocco. Al contrario, una lucidità totale: esco dal campo perchè sono migliore.