Vita, dignità del persona umana, famiglia, diritto, lavoro, Stato, educazione, immigrazione, ecologia, sussidiarietà, solidarietà, su questo e altre tematiche che riguardano la società, i cattolici, in virtù della loro Fede, hanno qualcosa da dire? Si. Sono i temi che affronta la Dottrina Sociale della Chiesa, un vasto e articolato insegnamento che la Chiesa offre a tutti gli uomini di buona volontà per favorire lo sviluppo integrale della società.
Peraltro sono gli argomenti che sta affrontando, Alleanza Cattolica, in un corso online sulla Dottrina Sociale della Chiesa, che sto seguendo, ad oggi mancano 2 sezioni.
Proprio in questi giorni ho ricevuto due volumetti che hanno lo scopo di introdurre allo studio della Dottrina Sociale della Chiesa, si tratta di «La Dottrina Sociale Cattolica. Sfida per il terzo millennio», Il Cerchio- Iniziative editoriali (Rimini 1991), scritto da Riccardo Pedrizzi e «Una luce sul mondo. Dalla Rerum Novarum alla Caritas in Veritate», Editoriale Pantheon (Roma, 2011) di Riccardo Pedrizzi e Giovanni Scanagatta.
Anche se sono entrambi datati i due testi possono essere utili in particolare per far conoscere il grande patrimonio documentale della Dottrina Sociale, soprattutto in certi ambienti politici, mi riferisco a quell’area culturale della Destra italiana. Infatti il dottor Pedrizzi è stato senatore della Repubblica per tre legislature e Deputato alla Camera per una. Ho un ricordo particolare del senatore Pedrizzi, negli anni 1995-96, durante la mia permanenza nella Riviera Jonica messinese ho curato anche una Rassegna Stampa, oltre ad una trasmissione radiofonica, capitava di presentare interessanti articoli del senatore pubblicati su Secolo d’Italia, quotidiano di Alleanza Nazionale.
Intanto leggo sul suo blog che è stato responsabile nazionale per le politiche della famiglia e presidente nazionale della consulta cattolica di AN per i problemi etico-religiosi si è impegnato in particolare sui temi della salvaguardia della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, della difesa e della valorizzazione del ruolo della famiglia quale cellula fondante della società e della tutela del diritto naturale dei genitori di poter scegliere quale tipo di educazione dare ai propri figli partecipando a convegni e tenendo conferenze su tutto il territorio nazionale.
Il testo formato tascabile su La Dottrina sociale di Pedrizzi, è prefato da monsignor Domenico Pecile, vescovo di Latina, il quale scrive: «Questo volume ha, tra l’altro, il pregio di consentire una lettura agevole anche a chi non ha una assidua frequentazione con i problemi affrontati, soprattutto in virtù di una agile raccolta di brevi saggi che possono servire da guida per il lettore […]». Per il presule, «La lettura dei saggi introduttivi, costituirà un indispensabile ausilio per quanti vorranno trovare un orientamento autenticamente cattolico in un momento di grande smarrimento, seguito all’eclisse di quelle ideologie che sembravano aver surrogato anche il ruolo della dottrina cristiana».
Il testo è introdotto dal filosofo torinese Rocco Buttiglione, citando il grande filosofo Augusto Del Noce, scrive: «Il difetto principale che si rimprovera alla dottrina sociale cristiana è quello di costituire un insieme di precetti astratti che male si adattano alla applicazione nel corso di una storia in continuo movimento».
L’agile testo di Pedrizzi è composto da nove capitoli e poi da un’antologia, di alcune encicliche dei Papi, a partire dalla Rerum Novarum, fino alla Sollecitudo Rei Socialis.
Nel I° capitolo, Pedrizzi descrive l’Ottocento rivoluzionario, figlio della Rivoluzione Francese, criticato dai vari pensatori controrivoluzionari a partire da Joseph De Maistre, padre della sociologia cattolica, che aveva capito, che la rivoluzione francese era lo spartiacque della Storia. Vengono citati gli altri che si sono opposti ai principi dell”89, Luis Gabriel De Bonald, Juan Donoso Cortes, Giuseppe Toniolo, promotore dell’Unione Cattolica per gli Studi Sociali.
Nel II° capitolo tratta del ruolo pubblico del Cristianesimo. Nel 1991, Pedrizzi indica una rinascita della Dottrina sociale, sotto l’impulso del grande pontefice Giovanni Paolo II. Anche se ancora ci sono sacche di resistenza da parte di certo clero che si attarda su posizioni di tipo sessantottino.
Infatti, Pedrizzi nota che dopo il Concilio Vaticano II, la Dottrina Sociale è stata messa in sordina, e per certi versi anche contestata all’interno della stessa Chiesa. La Dottrina sociale della Chiesa viene rilanciata dopo la pubblicazione dell’enciclica Laborem exercens e soprattutto, dopo il forte discorso tenuto da Giovanni Paolo II a Loreto nel 1985, dove si invitava il laicato cattolico a «superare quella frattura tra Vangelo e cultura che è, anche per l’Italia, il dramma della nostra epoca[…]».
Giovanni Paolo II con grande forza da Loreto, invita i cattolici a non avere paura di Cristo, «non temete il ruolo anche pubblico che il Cristianesimo può svolgere per la promozione dell’uomo e per il bene dell’Italia».
Inffatti, per Pedrizzi, erano stati dimenticati e messi in discussione, proprio il ruolo pubblico della Chiesa e la rilevanza sociale del cristianesimo. Artefice di questa dimenticanza è stato il Laicismo, che ha esaltato le dottrine liberali e quelle marxiste. E comunque alla data in cui è stato scritto questo manuale (1991), Pedrizzi rilevava buone prospettive di successo per l’insegnamento della Dottrina sociale, senza complessi d’inferiorità. Queste prospettive si intravedevano nel rilancio delle Nuove Settimane Sociali, dove si auspicava una buona presenza di cattolici fedeli alla Tradizione.
Il IV° capitolo si occupa dell’impegno vero e proprio del “laico” cattolico, che è il semplice fedele che non ha abbracciato una vocazione religiosa. Evitando le strumentalizzazioni, il laico cattolico si impegna per il bene comune, attraverso la teologia morale, cerca «di impostare correttamente i problemi contingenti e concreti che si pongono all’uomo di oggi; attraverso essa possono interpretare la realtà politica, sociale ed economica ‘esaminandone la conformità o la difformità con le linee dell’insegnamento del Vangelo’». Il grande imput che aveva impresso il pontefice polacco, rappresentava una grande opportunità, una grande occasione presentata alla Chiesa italiana, per animare cristianamente la nostra società. Una volta si usava dire, restaurare la civiltà cristiana.
Il V° capitolo, Pedrizzi sintetizza i principi della Dottrina Sociale che non tramontano mai. «A cento anni, dunque, dalla promulgazione della prima enciclica sociale (1891; Rerum novarum), che diede l’avvio allo sviluppo sistematico di questa dottrina […]». Si rileva che per la prima volta la DSC entra come materia d’insegnamento in tutti i seminari, in tutte le facoltà ecclesiastiche, in tutte le scuole superiori di scienze religiose.
Il VI° capitolo si occupa del pontificato di Pio XI, Papa Ratti, che per certi versi è stato vilipeso calunniato e poi attraverso una congiura del silenzio si è cercato di minimizzare il suo operato. Un Papa che prodotto ben 30 encicliche, la proclamazione di 550 santi e beati, la convocazione di 17 concistori, la creazione di 74 cardinali, con la nomina dei primi vescovi asiatici e africani. La nascita della Radio Vaticana, commissionata allo scienziato Guglielmo Marconi.
Non possiamo elencare tutte le encicliche di Pio XI, Pedrizzi, si dilunga su la Divini redemptoris, l’enciclica sulla condanna del comunismo ateo. «Il Papa individua l’antropologia di questa filosofia, dimostrandone il carattere profondamente illiberale e materialista; ne spiega anche il successo preparato e facilitato da un liberalismo laicista e amorale[…]».
Il VII° capitolo si occupa dell’educazione nella Dottrina sociale della Chiesa. Rendendosi conto che il passaggio dalla teoria alla pratica non è facile, a causa dell’egoismo profondamente radicato negli esseri umani, come diceva Papa Giovanni XXIII. Il testo individua a chi spetta educare e chi è il soggetto dell’educazione, qual è l’ambiente naturale dell’educazione, quali sono i fini dell’educazione cristiana in genere.
L’VIII° capitolo affronta le tematiche ecologiche, ridotte all’ecologismo, una delle tante ideologie che ammorbano il mondo. Tuttavia il testo di Pedrizzi evidenzia che anche nel mondo cattolico di allora c’era una giusta sensibilità ecologica. Non c’era bisogno di Greta Tumberg.
Il IX° e ultimo capitolo (La Chiesa e i mercanti). Qui Pedrizzi mette in guardia da una manipolazione in atto (almeno allora) di un’abile appropriazione indebita della DSC da parte dei liberisti e dei collettivisti. Certamente ribadisce Pedrizzi, la DSC non è una terza via tra capitalismo liberista e collettivismo marxista. Inoltre smaschera certe ipotesi di voler forzatamente mettere insieme, la DSC, in una sorta di miscuglio tra capitalismo e socialismo.
Il testo «Una Luce sul mondo» con una introduzione del senatore Maurizio Sacconi e una prefazione del cardinale Salvatore De Giorgi, vuole offrire preziosi spunti di riflessioni utili per orientare l’azione di tutti, verso una visione del mondo e della vita che metta al centro la persona, che deve operare per il bene comune.
Il testo viene pubblicato dagli autori in occasione delle celebrazioni per i centoventi anni dell’enciclica Rerum novarum, gli ottanta della Quadragesimo Anno, i quaranta della Octogesima Adveniens ed i venti della Centesimus Annus.
Anche in questo testo viene richiamata l’attenzione sui temi della Dottrina sociale cattolica, che appaiono punti fermi ed approdi ideali e culturali a cui fare riferimento.
Anche in questo testo si fa riferimento in particolare al grande Magistero dei pontefici, Leone XIII, Pio XI, Giovanni Paolo II e infine Benedetto XVI.
Chiudo con un auspicio del professore Giovanni Scanagatta, a conclusione del suo saggio su Benedetto XVI e la DSC, a proposito di un rinnovato impegno dei cattolici in politica, scrive: «I cattolici devono uscire dal loro recinto in cui si sono rifugiati e impegnarsi senza paura nella partecipazione, come insegna in modo incisivo il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa […]». Il professore guarda al mondo dei movimenti e delle associazioni ecclesiali. I cattolici devono fare la loro parte in politica, superando le differenze e le divisioni, come è avvenuto all’indomani della seconda guerra mondiale. Un grande aiuto può darlo certamente il grande insegnamento di san Giovanni Paolo II.
DOMENICO BONVEGNA
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