I funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) di Venezia, unitamente al Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Padova (NIPAAF), con il supporto del Dipartimento Provinciale di Venezia U.O. Controlli Ambientali, hanno sequestrato, presso il porto di Venezia, circa 83 tonnellate di rifiuti di vario genere, con destinazione India e Pakistan.
I rifiuti – plastici e di carta e cartone – sono stati rinvenuti all’interno di tre container. Le attività investigative, svolte in coordinamento tra i funzionari ADM e i Carabinieri Forestali di Padova, sono iniziate a seguito di un controllo, effettuato in provincia di Padova dai Carabinieri, che ha comportato il sequestro di alcune decine di tonnellate di rifiuti plastici, costituiti da scarti di lavorazione di bobine di film plastico.
A seguito di specifiche attività di analisi di rischio e con l’ausilio dell’apparecchiatura scanner a raggi X in dotazione, i funzionari ADM di Venezia hanno individuato, poi, alcuni container contenti merci (in seguito rivelatisi rifiuti) non corrispondenti alla documentazione doganale presentata dall’esportatore.
La successiva verifica tecnica dei carichi ha permesso di accertare la presenza, al loro interno, di imballi di residui di lavorazione derivanti da industrie della carta e della plastica, provenienti in parte anche da altri paesi unionali e gestiti in violazione delle disposizioni Europee e della normativa nazionale relative al recupero e riciclo.
Le attività svolte in sinergia tra ADM e l’Arma dei Carabinieri hanno consentito di smascherare un tentativo di traffico illecito di rifiuti che, sotto falsa dichiarazione era destinato a raggiungere l’India e il Pakistan. I rifiuti, verosimilmente, sarebbero entrati nel ciclo di recupero della carta da macero e della plastica, per la produzione di materia prima secondaria per l’industria tessile.
Le due ditte proprietarie della merce prima dell’esportazione sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria per il reato di gestione illecita di rifiuti, mentre la ditta esportatrice è stata segnalata per i reati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico ed esportazione illecita di rifiuti, anche in virtù del fatto che nessuno degli indagati è stato in grado di fornire né la tracciabilità e né la prova che la merce oggetto dell’esportazione non si trattasse di rifiuto come, pertanto, è stato qualificato e sequestrato.