“Ci siamo accorti che una serie di CTD di Messina e della Provincia, in alcuni casi presenti anche in altre realtà italiane, raccoglievano scommesse per conto di un operatore maltese. Sulle ricevute di gioco stampavano proprio il nome del soggetto maltese, pertanto questa compagnia avrebbe dovuto dichiarare nel nostro Paese ricavi e costi. A livello fiscale si configura un’evasione di imposta da parte di una stabile organizzazione creata in Itala da un soggetto estero”.
Così il Tenente Colonnello Emanuele Camerota, del Comando Generale di Messina della Guardia di Finanza, racconta a Agimeg l’avvio dell’inchiesta che ha portato al sequestro di beni per 3,5 milioni di euro che il bookmaker in questione deteneva a Malta.
“I centri erano circa una 30ina e la compagnia operava in Italia da circa 4 anni. A quanto ci risulta, la maggior parte dei CTD operava in via esclusiva con il bookmaker”. Camerota spiega che l’operatore “ha sede legale a Malta e il rappresentante legale è maltese. Al momento abbiamo approfondito solo la questione fiscale, ma non ci fermiamo mai, le indagini proseguiranno per accertare se con questo stratagemma dei soggetti italiani abbiano cercato di aggirare la normativa italiana sulla scommesse”. La GdF in questa operazione ha anche potuto contare sul pieno sostegno delle autorità maltesi: “A fine 2020 è entrato in vigore un regolamento comunitario che consente di adottare delle rogatorie internazionali in forma semplificata, il contatto avviene direttamente tra le autorità giudiziarie e questo accelera l’iter” conclude Camerota.