GREEN PASS, CODACONS DENUNCIA: CREA INGIUSTE DISCRIMINAZIONI. CHIESE E LUOGHI DI CULTO NON COINVOLTE DA MISURA

Il nuovo decreto Covid che introduce il Green pass dal 6 agosto per accedere a tutta una serie di servizi crea ingiuste discriminazioni tra cittadini e dimentica una serie di luoghi dove si creano pericolosi assembramenti. Lo afferma il Codacons, che sottolinea come il decreto, inspiegabilmente, non abbia validità per i luoghi di culto, mettendo così a rischio la salute dei fedeli e allontanandoli dalle funzioni religiose.

Dal 6 agosto chi vuole prendere un caffè al bar, partecipare a eventi, o andare in palestra, dovrà mostrare la certificazione verde, anche se accede ad un luogo deserto – spiega il Codacons – Se però si entra in una chiesa affollata di fedeli o in qualsiasi altro luogo di culto, il Green pass non sarà richiesto, poiché il Governo, evidentemente, non considera tali posti a rischio Covid.
Una decisione paradossale e assurda, che da un lato crea discriminazioni a danno dei cittadini, dall’altro non contribuisce alla lotta al coronavirus, considerato che all’interno di chiese e in generale nei luoghi di culto si creano notoriamente pericolosi assembramenti con evidenti rischi per i fedeli sul fronte dei contagi.
Per tale motivo e a tutela di credenti e frequentatori di chiese e luoghi di culto, il Codacons chiede al Governo di correre ai ripari, rivedendo i criteri con cui sono state definite le situazioni che richiedono la presenza del Green pass, ed inserendo le chiese tra i luoghi che necessitano della certificazione sanitaria.