Col Natale ormai alla porte, scoppia in Italia la “guerra del panettone”. Il Codacons ha presentato infatti un esposto all’Antitrust, nonché all’Ispettorato centrale repressione frodi del Mipaaf, chiedendo di aprire una indagine sui test relativi ai panettoni industriali – diffusi pochi giorni fa dalla rivista editoriale Altroconsumo – alla luce della possibile turbativa di mercato, pubblicità ingannevole e pratica commerciale scorretta.
La rivista ALTROCONSUMO ha “valutato” tramite TEST alcuni marchi che producono e vendono nel nostro paese panettoni – sottolinea il Codacons nell’esposto – Nulla pero’ risulta riguardo all’osservanza delle norme procedurali e delle tecniche di riferimento che rendono attendibili gli esami svolti nei prescelti laboratori, tenendo ben presente che gli stessi sono stati commissionati da un Soggetto privato. Nulla si sa circa le condizioni di conservazione dei prodotti e, in precedenza, del ricevimento in laboratorio, nonostante il panettone sia un prodotto soggetto a modificazione e degrado per effetto del tempo e delle condizioni di conservazione, può perdere in fragranza e in morbidezza in particolare a causa della esposizione in luogo non riparato dalla luce o esposto al calore.
Nulla è noto riguardo ai criteri con cui una rivista privata avrebbe individuato i 12 panettoni da sottoporre ai TEST e alle analisi. Il prodotto è stato qualificato, tra le altre caratteristiche e qualità, in base a valutazioni strettamente soggettive quali “aspetto della fetta”, “aspetto interno” e “piacevolezza”. Test sensoriali che sono in grado di orientare l’acquisto del consumatore nonostante l’estrema arbitrarietà del giudizio.
Inoltre non risultano in alcun modo adottate quelle prescrizioni che pure si rinvengono nella circolare n. 982/2004 emanata per il Nucleo Repressione Antifrodi Linee Guida per l’Attività di Ispezione, di Accertamento, di Controllo e di prelievo dei Campioni laddove si prevede che: a) l’attività di accertamento deve avvenire secondo criteri di imparzialità; b) deve contemplare le ipotesi di incompatibilità degli assaggiatori; c) deve precisare le condizioni, senza essere esaustiva, di conflitto di interessi; d) deve raccomandare una condotta volta a generare la più ampia collaborazione possibile con il soggetto interessato evitando strumentalizzazioni da parte di altri soggetti, condotta che deve essere caratterizzata dalla riservatezza in quanto, si precisa, la violazione può generare un ingiusto danno all’ispezionato.
Per tali motivi il Codacons ha chiesto ad Antitrust e Mipaaf di aprire una indagine sui test pubblicati da Altroconsumo, verificando se sussistano gli estremi contemplati dagli artt. 501 c.p. e 513 c.p. e 185 T.U.F. attraverso la diffusione da parte di soggetti dotati di credibilità di notizie non attendibili, inidonee e poco chiare, tali per cui queste possono influenzare le scelte altrui; verificando la sussistenza dei presupposti per ritenere violate le disposizioni del d.lgs. 206/2005 (Codice del consumo) e, in particolare, dell’articolo 23, comma 1, sulle pratiche commerciali ingannevoli; nonché verificando la configurabilità dello sviamento della clientela (atto di concorrenza sleale) attraverso l’attiva sollecitazione alla clientela a non avvalersi più dei prodotti delle Aziende bocciate. Insomma una vera e propria “guerra del panettone” con i consumatori come spettatori interessati a ricevere un prodotto impeccabile.