Dal 20 al 23 gennaio 2022 la decima edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere, torna ad animare insieme ad Arte Fiera il periodo più vivace per l’arte contemporanea in città.
Coordinato dall’Area Arte Moderna e Contemporanea dell’Istituzione Bologna Musei sotto la direzione artistica di Lorenzo Balbi, il programma conferma il format già sperimentato nelle ultime tre edizioni, con un Main Program articolato in uno Special Project e in una serie di progetti curatoriali che presentano le più diverse pratiche artistiche contemporanee. Il calendario spazierà inoltre tra le proposte di musei, fondazioni, spazi istituzionali, gallerie Ascom, spazi espositivi e gallerie indipendenti della città.
In uno scenario inevitabilmente plasmato dagli esiti della crisi pandemica, ART CITY Bologna 2022 parte da una necessaria ridefinizione delle modalità di condivisione dello spazio pubblico e da una riflessione sulle mutevoli dinamiche di relazione interpersonale. Le opere si estenderanno in azioni, mostre e installazioni site specific che abiteranno luoghi consueti e inusuali, generando narrazioni e nuove interazioni.
I luoghi
Tra le cifre più distintive di ART CITY Bologna vi è da sempre l’intento di riportare all’attenzione di un vasto pubblico luoghi spesso non deputati all’arte – tra i più interessanti, raramente accessibili o sconosciuti della città – riscoperti dagli interventi degli artisti invitati a relazionarsi con le loro specifiche identità.
Anche in questa edizione i contesti di azione spazieranno tra le più diverse tipologie: da Piazza Maggiore e Palazzo d’Accursio, luoghi simbolici per eccellenza della storia civica, a palazzi storici di grande fascino riconvertiti in spazi culturali come Alchemilla a Palazzo Vizzani, l’Oratorio di San Filippo Neri, l’Ex Chiesa Teatro San Leonardo, il Teatro delle Moline a Palazzo Bentivoglio, Villa delle Rose, sede esterna del MAMbo, a preziosi tesori architettonici come il Padiglione de l’Esprit Nouveau realizzato su progetto di Le Corbusier e la Conserva di Valverde (Bagni di Mario), per la prima volta inclusa nel Main Program della manifestazione, con la sua spettacolare cisterna di epoca rinascimentale costruita per alimentare la celebre Fontana del Nettuno.
L’edizione 2022 sarà inoltre connotata da una dimensione territoriale più ampia e policentrica che estenderà la costellazione diffusa di eventi verso l’area metropolitana, con percorsi fino a Calderara di Reno, Marzabotto, Riola di Vergato, San Giorgio di Piano e San Lazzaro di Savena.
L’identità visiva
Come per l’edizione 2021, l’ideazione e lo sviluppo dell’identità visiva sono stati affidati a gli artisti Filippo Tappi e Marco Casella che sono partiti dalla stella, segno grafico che ha guidato i visitatori nel 2021 insieme a Peter Pan, che quest’anno trema, sfuma, si moltiplica.
Lo sfondo di ART CITY 2022 è Bologna stessa, vista come una galassia nella quale ogni cosa accade: un agglomerato di pianeti iridescenti, stelle pulsanti, materia oscura, pulviscolo, che danza indisturbato al ritmo astronomico. In questa galassia miriadi di eventi entrano in contatto, si sovrappongono, si fondono, si fanno eco, si moltiplicano. Il rumore della città, delle sue strade, dei portici, dei colli e delle persone che l’attraversano è il rumore di fondo di una galassia che nelle giornate di ART CITY è attraversata da oggetti non identificati, bagliori anomali, mondi atomici che appaiono e scompaiono, suoni mai sentiti, battiti e segnali che transitano per qualche ora e poi spariscono.
La stella viene declinata in una serie di forme e di colori che cambiano di frequenza, accompagnandola a un’esplosione, un bagliore evanescente, motore di trasformazione. Lo segue un essere vivente, organico, che ribadisce la varietà del mondo dei segni, un essere dalle linee più morbide, che porta con sé i suoni ovattati degli ambienti marini. Ultimo elemento dell’identità visiva è la scia di un viaggio alla velocità della luce, in cui segni iniziano a moltiplicarsi e a confondersi con lo sfondo.
La proposta artistica. Special Project
Lo Special Project di ART CITY Bologna è un progetto che, a partire dall’edizione del 2018, invita il pubblico a immergersi in vere e proprie opere d’arte viventi, proseguendo così quell’avventura ambiziosa nella produzione e presentazione di lavori degli artisti più interessanti e importanti del panorama internazionale, invitati a immaginare i loro interventi per i luoghi più rappresentativi di Bologna.
Per l’edizione 2022 è stato invitato Tino Sehgal, uno degli artisti più radicali che siano emersi negli ultimi anni, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2013. Le sue opere sono autentiche sculture viventi, coreografie di persone in movimento che generano situazioni insolite, a volte surreali, con cui il pubblico è invitato a confrontarsi. L’intervento, a cura di Lorenzo Balbi, che l’artista ha pensato e ideato appositamente per Piazza Maggiore – da secoli luogo di incontro e scambio, circondata da palazzi medievali e dall’imponente Basilica di San Petronio – vedrà la partecipazione di 45 tra ballerini e interpreti, i cui corpi e gesti verranno utilizzati da Sehgal come materiale artistico e umano per comporre una grande opera, un’occasione unica per vivere l’arte in termini di esperienza sociale di scambio reciproco. Il cuore di Bologna farà così da cornice ai corpi degli interpreti, che si muoveranno nello stesso spazio del pubblico, che diventerà non solo fruitore ma anche protagonista di questa coreografia umana, ricca di riferimenti alla storia e al passato.
Quella di Sehgal è un’arte senza oggetti: alla base del suo lavoro vi è infatti una profonda riflessione sul valore e sullo spazio dell’arte visto e vissuto come esperienza diretta e fisica dell’opera; come esercizio che non prevede documentazione o riproduzione di alcun tipo. Il suo obiettivo è quello di sovvertire i sistemi economici e processuali legati all’industria dell’arte, creando dei veri contro-modelli di situazioni che nascono e svaniscono senza lasciare tracce fisiche da vendere sul mercato, ma solo esperienze per il pubblico da vivere.
La proposta artistica. Main Program
Il programma 2022 di ART CITY propone nove Main Project curatoriali, prodotti e realizzati appositamente per la manifestazione e costruiti in relazione ai luoghi che li ospitano. Artisti emergenti come Elisa Caldana e Aki Nagasaka, Kipras Dubauskas, Mattia Pajè, Agnes Scherer, Emilia Tapprest e Dominique White sono affiancati a nomi più consolidati come Giulia Niccolai – unica artista non vivente inclusa nel Main Program – e Italo Zuffi, fino a nomi internazionali come Carlos Garaicoa, oltre al già citato Tino Sehgal. L’attenzione all’arte Italiana, in continuità con le scelte portate avanti dalla direzione artistica di Simone Menegoi per Arte Fiera, si accompagna alla contaminazione e all’apertura verso artisti di provenienza internazionale.
Un elemento trasversale che caratterizza i progetti della decima edizione è la prevalenza della dimensione esperienziale dell’opera, in cui è l’azione a ridefinire gli spazi attraverso i corpi.
Se ciò è palese nello Special Project di Tino Sehgal, non meno pregnante risulta per diversi altri progetti. Lo è sicuramente per la mostra dedicata a Giulia Niccolai, Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai al Padiglione de l’Esprit Nouveau, a cura di Allison Grimaldi Donahue e Caterina Molteni, promossa dal MAMbo, in cui la ricerca poetica, visiva e sonora dell’artista è ricostruita ma anche riattivata grazie a un nuovo lavoro performativo di Tomaso Binga e Giulia Crispiani. L’elemento performativo torna anche in The Teacher di Agnes Scherer, promossa da MAMbo e a cura di Caterina Molteni, per la prima volta presentata a Bologna al Teatro delle Moline, rivisitata e interpretata eccezionalmente in lingua italiana, così come in Zhōuwéi Network di Emilia Tapprest al Teatro San Leonardo, video installazione immersiva e live performance a cura di Felice Moramarco, che attraverso il medium cinematografico esplora la relazione tra datificazione, potere politico ed esperienze affettive individuali, promossa dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, I-Portunus e Stimuleringsfonds, in collaborazione con DEMO Moving Image Experimental Politics e Adiacenze. Vivere lo spazio attraverso azioni che lo ridefiniscono e generano narrazioni è un tratto peculiare anche della ricerca di Italo Zuffi cui è dedicata Fronte e retro, personale a cura di Lorenzo Balbi e Davide Ferri che si sviluppa su due sedi, la Sala delle Ciminiere del MAMbo che propone un percorso retrospettivo dalla metà degli anni Novanta al 2020, e la Sala Convegni di Palazzo De’ Toschi in cui sarà visibile una serie di nuove produzioni. La mostra è promossa da MAMbo e Banca di Bologna.
Il tema del site specific, altro caposaldo dell’identità di ART CITY, emerge in Times of Crisis, esposizione di Elisa Caldana e Aki Nagasaka, a cura di Giulia Pezzoli presentata a Villa delle Rose e promossa nell’ambito di Programma di Residenze ROSE, in cui il dialogo si instaura non solo con la settecentesca sede espositiva ma con tutta la città di Bologna, tramite un filo esistenziale che la lega a Tokyo.
Trova collocazione nei centralissimi spazi della Sala Tassinari, gestita da Fondazione per l’Innovazione Urbana a Palazzo d’Accursio, Emergency Break di Kipras Dubauskas, installazione video a cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi, promossa da NOS Visual Art production in collaborazione con Home Movies, Istituto Lituano di Cultura e Residenza per artisti Sandra Natali, che presenta la trilogia dedicata al “soccorso” sviluppata dall’artista lituano a partire dal 2019 e il cui ultimo capitolo verrà realizzato a Bologna.
È Carlos Garaicoa invece il protagonista dell’interazione con lo spazio dell’Oratorio di San Filippo Neri, luogo molto amato dal pubblico di ART CITY, con un’installazione a cura di Maura Pozzati, promossa da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna in collaborazione con Galleria Continua, attraverso la quale l’artista cubano intende approcciare la storia dell’Oratorio, ricordandone la distruzione e il restauro.
Le sale storiche di Palazzo Vizzani, in occasione di ART CITY, saranno abitate da Fuori Terra, mostra di Mattia Pajè a cura di Giovanni Rendina, promossa da MAMbo e Alchemilla in collaborazione con Associazione BOCA e Gelateria Sogni di Ghiaccio, un gruppo scultoreo composto da figure umanoidi immerse in un ambiente installativo.
È infine una dimensione sotterranea, in cui una silenziosa transizione sembra essersi appena compiuta, quella creata da Dominique White con Fugitive of the State(less) nei suggestivi spazi della Conserva di Valverde, installazione a cura di Giulia Colletti, promossa da MAMbo, che dialoga con l’universo acquifero dei Bagni di Mario.
La proposta artistica. Musei, Fondazioni e Spazi Istituzionali
A riconfermare l’identità della Bologna contemporanea come inesauribile officina di eventi artistici concorre la presenza di un sistema culturale diffuso e interconnesso in cui si riflette la multiforme pluralità di approcci verso la creatività del presente.
Concorreranno alla programmazione coordinata di musei, fondazioni e spazi istituzionali, pubblici e privati, numerose iniziative: le conversazioni con gli artisti di ARTalk CITY all’Accademia di Belle Arti di Bologna; le meditazioni pittoriche di Lucia Lamberti e Lorenzo Puglisi esposte nella sede dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna rispettivamente con le mostre dal titolo In un tempo brevissimo e Pittura nera, a cura di Sandro Malossini; l’omaggio al pittore e poeta Francesco Giuliari (1929-2010) presso Casa Saraceni in occasione della donazione di dipinti e incisioni alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, a cura di Angelo Mazza e Mirko Nottoli; la personale di Susana Ljuljanovic Song for invisible garden a cura di Artierranti Associazione culturale presso il Cassero – LGBTI+ Center; le installazioni di pittura, scultura, multimediali e performance che, sotto il titolo collettivo Ri-pARTEnze – Nuove visioni di futuri possibili, presenteranno i progetti degli allievi del Liceo Artistico Arcangeli di Bologna al Centro Studi Didattica delle Arti; la quinta edizione di das – dialoghi artistici sperimentali promossa da CUBO Museo d’impresa del Gruppo Unipol con la doppia personale das.05. Mutamenti. Le metamorfosi sintetiche di fuse* e di Francesca Pasquali a cura di Federica Patti; il dialogo immaginario con Carlo Gajani e Gianni Celati di Orecchie D’Asino, giovane duo di artiste composto da Ornella De Carlo e Federica Porro, nell’installazione site specific con performance DUEDUO a cura di Luca Monaco e Giuseppe Virelli per la Fondazione Carlo Gajani; la collettiva LIBERO SPAZIO LIBERO, con opere di Martha Rosler, Giulia Niccolai, Lucy Orta, Claudia Losi e Claire Fontaine, nella sede espositiva della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna con la curatela di Fabiola Naldi; al MAMbo il riallestimento della storica sezione dedicata alla Performance nella collezione permanente, a cura di Uliana Zanetti, la presentazione delle prime nuove acquisizioni rese possibili dal finanziamento del Trust per l’Arte Contemporanea e WINTER, NOW, restituzione sonora di una riflessione collettiva sul senso dell’inverno nella contemporaneità a cura della web radio residente NEU Radio; un nuovo progetto espositivo prodotto da Fondazione MAST; la ricognizione plurimillenaria sull’utilizzo artistico della ceramica ‘faenza’ in Faïence – Faenza. Dall’antico Egitto al contemporaneo al Museo Civico Archeologico, che si conclude con una statua ErmEstEtica di Luigi Ontani, a cura di Daniela Picchi e Valentina Mazzotti; Concerning Dante – Autonomous Cell di Jacopo Valentini al Museo Civico Medievale, progetto fotografico legato all’immaginario dantesco attraverso i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari attraverso il suo capolavoro, la Divina Commedia, a cura di Carlo Sala; l’intervento pittorico site specific FRESCO operato da Davide D’Elia in dialogo con le collezioni del Museo Davia Bargellini, a cura di Silvia Litardi; la riflessione sulla memoria che Luca Moscariello porta al Museo Ebraico di Bologna con l’installazione Puzzle a cura di Alice Zannoni; l’indagine fotografica Batedo di Stefano Laddomada attraverso il paesaggio naturale, l’urbanistica e il sistema idrico che caratterizza i territori all’Opificio delle acque, a cura di Federica Fiumelli; all’Opificio Golinelli l’installazione di rappresentazione scientifica sensoriale Cronòtopo di Michelangelo Penso e la rassegna di performance e installazioni Le parole e il vento, inseguendo aquiloni a cura di artisti visivi contemporanei, poeti, scienziati, narratori, attori e musicisti; la personale Di memorie e di innesti – Nello spirito, a cura di Monica Zaghi, che sviluppa la ricerca di Nunzio Paci sul corpo e la sua struttura anatomica nel progetto False Memorie, dedicato alla figura di Luigi Calori, in due tappe all’Oratorio di San Giuseppe (San Giorgio di Piano) e al Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna; la mostra Il Dante di Wolfango con le opere inedite inerenti alla Divina Commedia realizzate negli anni Sessanta dal pittore bolognese Wolfango Peretti Poggi esposte all’Oratorio e Museo di Santa Maria della Vita, a cura di Alighiera Peretti Poggi e Laura Pasquini; le speciali visite di Palazzo Bonasoni Art Collection Week per ammirare le opere d’arte contemporanea della Regione Emilia-Romagna di recente acquisizione, allestite nelle sale dello storico Palazzo Bonasoni e curate dal Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna; la collettiva Les Filons Géologiques a Palazzo d’Accursio, a cura di BHMBo (Black History Month Bologna) e BHMF (Black History Month Firenze), che offre uno spaccato internazionale dell’arte contemporanea afrodiscendente attraverso i lavori di 13 artisti; la personale Tessere la vita di Sidival Fila, frate minore francescano di origine brasiliana, che ormai da molti anni ha fatto dell’avventura artistica la propria vocazione, presentata in relazione alla specifica identità della Raccolta Lercaro, a cura di Andrea Dall’Asta S.I. e Francesca Passerini; “IN AND OUT” Mostra dei Vincitori dei Concorsi Zucchelli 2020-2021 al Zu.Art giardino delle arti di Fondazione Zucchelli, con le produzioni degli Studenti eccellenze dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, Vincitori dei Concorsi Zucchelli 2020-2021, a cura di Carmen Lorenzetti.
Oltre a MAMbo e Villa delle Rose, anche le restanti sedi dell’Area Arte Moderna e Contemporanea – Museo Morandi, Casa Morandi e Museo per la Memoria di Ustica – saranno aperti con orari estesi, per consentire al pubblico di ART CITY, anche proveniente da fuori Bologna, di visitarli con la massima comodità.
Dal 18 al 24 gennaio 2022 la Fondazione Cineteca di Bologna riporta l’arte sul grande schermo con ART CITY Cinema, programmazione dedicata alle fertili intersezioni tra arte e cinema. Il percorso di visioni include ritratti d’autore (Man Ray/Picasso, Nino Migliori, Moholy-Nagy, Banksy e Bill Traylor, pittore autodidatta nato schiavo) e film d’artista (l’onirico Undream 2022, l’enigmatico Redoubt, il performativo Au revoir Joseph Gallieni e il found footage di Bill Morrison). E infine L’uomo che vendette la sua pelle, audace riflessione sui limiti dell’arte e della libertà.
Per il pubblico dei più giovani, sabato 22 gennaio il Dipartimento educativo MAMbo propone Walk on Art uno speciale itinerario rivolto a famiglie con bambini dai 6 agli 11 anni. La passeggiata comprende la visita ad alcune delle mostre e delle installazioni più curiose e coinvolgenti tra quelle promosse da ART CITY Bologna 2022, per scoprire sguardi e pratiche artistiche con l’aiuto di un educatore museale specializzato. Sempre nella giornata di sabato 22 gennaio l’Opificio Golinelli proporrà Art, Science and Tech Day, laboratori tra arte, scienze e tecnologia per ragazze/i dai 7 ai 10 anni e dagli 11 ai 13 anni per esplorare il rapporto e le connessioni tra i linguaggi artistici creativi, le scienze e la tecnologia.
Associazione Gallerie Bologna (Confcommercio Ascom Bologna)
Protagoniste di primo piano della art week bolognese saranno naturalmente le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea associate a Confcommercio Ascom Bologna, con proposte espositive che spazieranno dalla grande arte figurativa italiana del Novecento ad eccellenti artisti internazionali, ad autori del nostro territorio.
Di seguito le mostre che saranno visitabili: AF Gallery mostra personale di Stefano Peroli Figure nel paesaggio a cura di Claudio Musso; Di Paolo Arte mostra personale di Franco Tosi Defrazioni a cura di Beatrice Buscaroli; Galleria d’Arte Cinquantasei mostra collettiva Sorgere. Dopo la pandemia: arte domani, oggi e ieri; Galleria d’Arte Maggiore g.a.m Giorgio Morandi e Bertozzi & Casoni. Less is more a cura di Alessia Calarota; Galleria de’ Foscherari Sophie Ko. Il resto della terra; Galleria Enrico Astuni La realtà, i linguaggi con opere di Maurizio Cattelan, Maurizio Mochetti, Maurizio Nannucci, Giulio Paolini, Agnieszka Polska, Rafaël Rozendaal, Tomás Saraceno, Nedko Solakov, nel cui ambito verrà organizzata la presentazione del libro della mostra moderata da Fabio Cavallucci con critici, curatori e special guest; Galleria Forni mostra personale di Massimo Kaufmann Dal sistema periodico; Gallleria Più propone il dialogo espositivo The Garden of Trust: La fenomenologia dell’invisibile. Corrispondenza visiva tra Katy Horna e Gluklya; Galleria Stefano Forni (in attesa di titolo); Galleria Studio G7 mostra personale di Marilisa Cosello Try con performance Try #5; L’ARIETE artecontemporanea one man show di Paolo Migliazza Raduno a cura di Giorgia Bergantin; LABS Contemporary Art mostra collettiva Ridisegnare lo spazio con lavori di Massimo Vitali, Andreas Gefeller, Giulia Marchi e Marina Caneve a cura di Angela Madesani; P420 mostra in collaborazione con Davide Ferri e Associazione per Filippo de Pisis, Milano Di semplicità e di brivido. Filippo de Pisis in dialogo con Richard Aldrich, Michael Berryhill, Luca Bertolo, Paul Housley, Merlin James, Mairead O’hEocha, Maaike Schoorel.
Spazi espositivi e gallerie indipendenti
Nel ricco programma di ART CITY non mancheranno le mostre e le altre iniziative allestite nelle più diverse tipologie di gallerie e spazi espositivi indipendenti, che ogni anno animano Bologna trasformandola in un teatro delle più diverse pratiche del contemporaneo.
Al momento sono confermati: Adiacenze (Federica di Pietrantonio e Andrea Frosolini); ARTOO (Elisa Muliere, Karin Andersen); Atelier Sì (Simone Pellegrini), ATTITUDES_spazio alle arti (Matteo Guidi); Bar Vittorio Emanuele (Flavio Favelli); Casa della Cultura “Italo Calvino”, Calderara di Reno (Stefano Pasquini); Casa della Cultura e della Memoria (Marzabotto), Chiesa di Santa Maria Assunta, Riola di Vergato (Jacques Toussaint); CorrainiMAMbo artbookshop (Daniel Eatock); DAS – Dispositivo Arti Sperimentali (Lele Marcojanni / ZimmerFrei); Galleria B4 (Anna Rosati / Anuar Arebi); Galleria d’Arte del Caminetto (Claudio Nicoli); Galleria Cavour (Michelangelo Pistoletto); Green Whale Space e Spazio B5 ( Laura Bessega e Laura Frasca); Home Movies c/o Sala Refettorio Ex Convento San Mattia (Fabio Giorgi Alberti); Kappa-Noun, San Lazzaro di Savena (Mario Schifano), LabOratorio degli Angeli (Sissi); Lavì! City (Gaia Volonterio); LOCALEDUE (Davide Sgambaro); Maison Ventidue c/o Piazza San Domenico (Riccardo Bellelli); Marktstudio c/o Il Perimetro dell’Arte (Letizia Calori); Mock Jungle c/o Cappella di Santa Maria dei Carcerati (Matteo Pizzolante); mtn | museo temporaneo navile (Alcide Fontanesi); Museo Spazio Pubblico (Michele Liparesi); Off Gallery (Victor Fotso Nyie); OTTO Gallery (Davide Benati); Nelumbo Open, Bologna / TIST, Rastignano (Sofia Braga / Cathleen Owens); Parsec (Guendalina Cerruti, Francesco Hayez, Sathyan Rizzo); PhMuseum Lab (Sayuri Ichida); Polaroiders (Alan Marcheselli, Alessia Amati, Felicita Russo, Paolo Ferruzzi, Rocco Carnevale, Serena Biagini, Solimano Pezzella, Ong Ngoc Phuong); Senzaspine | Centro culturale Mercato Sonato (Michele Liparesi); Shazar Gallery c/o Chiesa di Santa Maria e San Valentino della Grada (Lello Lopez); SimonBart Gallery (Leonardo Cremonini); Sonic Belligeranza MEGASTORE + MODO Infoshop (Xong collection – dischi d’artista presenta: Giampiero Cane / Daniela Cattivelli ); Sof:Art (Filippo Cegani); Spazio Labo’ Photography (Ahndraya Parlato); Teatri di Vita (Filippo Partesotti).
ART CITY White Night
Per gli appassionati d’arte che desiderano diversificare il proprio percorso in una miriade di proposte e spazi e concentrarlo la sera di sabato 22 gennaio, torna ART CITY White Night, l’invasione pacifica dell’arte contemporanea in città con mostre, performance, eventi in spazi pubblici, privati e commerciali.
La White Night è realizzata da BolognaFiere nell’ambito di ART CITY Bologna 2022 e in collaborazione con gli operatori commerciali e culturali bolognesi.
Per aderire è possibile segnalare il proprio evento sul sito artefiera.it.