Con lo stop a veglioni, concerti in piazza e discoteche, la festa si è spostata a tavola dove per il cenone di fine anno gli italiani hanno speso un importo di 2,6 miliardi di euro per i cibi e le bevande, con un aumento del 52% rispetto allo scorso anno segnato da uno stretto lockdown. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè sul bilancio del Capodanno 2021 segnato dalla rapida risalita dei contagi e dal diffondersi della variante Omicron che ha spinto più di 8 italiani su 10 (83%) a festeggiare nelle case per prudenza o necessità.
A tavola si registra una presenza media di 6,3 persone – sottolinea Coldiretti -, quasi il doppio rispetto allo scorso anno (3,7 persone) condizionato dal limite di massimo due ospiti non conviventi, ma sono molto lontane le tavolate da quasi 9 persone del periodo pre pandemia.
Solo il 14% dei cittadini ha deciso – rileva la Coldiretti – di festeggiare fuori al ristorante, in trattorie e agriturismi che soffrono anche per le disdette last minute negli alloggi con percentuali che secondo Terranostra hanno superato anche il 40% costringendo molte strutture a chiudere. Non è stato infatti sufficiente il boom invece delle consegna a domicilio favorita secondo Campagna Amica dall’impennata del numero di italiani in isolamento o in quarantena, senza dimenticare quanti organizzano pranzi e cene nelle case perché non dispongono di green pass rafforzato necessario per mangiare fuori.
Per consolarsi gli italiani nelle case si sono buttati dunque sul cibo, con lo spumante – sottolinea la Coldiretti – che si è confermato come il prodotto immancabile oltre otto italiani su dieci (84%) che fanno saltare ben 85 milioni di tappi durante le feste di fine anno, sorprendentemente seguito a ruota dalle lenticchie presenti nell’80% dei menu forse perché sono chiamate a portar fortuna. Ma da segnalare c’è anche la riscossa di cotechino e zampone presenti sul 71% delle tavole. Si stima che siano stati serviti – sottolinea la Coldiretti – circa 6 milioni di chili di cotechini e zamponi, con una netta preferenza per i primi.
Sulle tavole per le feste è stata forte anche la presenza del pesce nazionale a partire da alici, vongole, sogliole, triglie e seppie ma anche la frutta è stata protagonista del cenone con il 93% degli italiani che ha puntato su quella italiana, a partire dall’uva “portafortuna”, presente in sei tavole su dieci (64%). Addio invece alle mode esterofile del passato come il consumo di frutta fuori stagione importata dall’estero anche fa registrare un crollo del 20% rispetto alle feste di fine anno di cinque anni fa. Non è un caso che il 95% dei commensali nelle case e fuori quest’anno preferisce prodotti nazionali per la qualità ma anche per sostenere l’economia ed il lavoro per aiutare il Paese a superare le difficoltà generate dalla pandemia.
La maggioranza delle tavole sono state imbandite con menu a base di prodotti o ingredienti nazionali con una spesa stimata – conclude la Coldiretti – in 900 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 530 milioni di euro per spumante, vino e altre bevande, 300 milioni di euro per dolci, 460 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 230 per pasta e pane e 150 milioni di euro per formaggi e uova.