di ANDREA FILLORAMO
La Bocca della Verità è un antico mascherone in marmo, murato nella parete della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma dal 1632 e rappresenta un volto maschile barbuto, interpretato nel tempo come raffigurazione di vari soggetti: il dio Giove, il dio Oceano, un oracolo o un Fauno ed è sempre stato accompagnato nei racconti popolari, da leggende.
Alla “Bocca della Verità” e a una di queste leggende ha fatto riferimento un prete in un’e-mail di commento al mio articolo pubblicato su ImgPress sul Report della Germania, relativo ai preti pedofili e alle accuse mosse a Ratzinger di non avere preso provvedimenti nei loro confronti, quando era arcivescovo di Monaco.
Egli ha evidenziato come il Papa emerito se in un primo momento ha negato tutto poi, dopo aver messo la mano nella “Bocca della verità”, “sapendo che la faccenda della pedofilia avrebbe avuto probabilmente conseguenze penali e dopo aver preso atto che la Procura avrebbe disposto delle verifiche su «42 casi» di comportamenti «inappropriati» segnalati dalla ricerca e che i preti erano ancora vivi o rintracciabili“ ammise d’essere stato “presente alla riunione in cui venne deciso il trasferimento di quei preti”.
Non so quale sia la fonte di questa notizia esplicativa che considero in ogni caso verosimile.
Partendo da essa e consultando alcuni giornali ho avuto conferma che quanto sostenuto nel mio articolo e in parte dello stesso commento contenuto nell’e-mail inviatami potrebbe avere conferma.
Ne cito soltanto qualcuno.
Il Messaggero, per esempio, ha pubblicato la testimonianza di José Barba-Martin, messicano, 82 anni, ex professore, che ha insegnato ad Harvard, ex seminarista violentato per anni da padre Maciel, potentissimo fondatore dei Legionari di Cristo., che afferma: “In Vaticano continuano a dire bugie. Mi rincresce ripeterlo ma sono testimone del fatto che l’allora cardinale Ratzinger conosceva benissimo quello che a noi vittime di padre Maciel Marcial Degollado era accaduto già negli anni Novanta. Così come Giovanni Paolo II e i suoi collaboratori a cominciare dall’allora segretario di Stato, cardinale Sodano. Le regole che applicava allora la Chiesa erano di spostare, coprire, insabbiare i pedofili. Delle vittime importava poco. Nel 1998 ho fatto avere alla Congregazione della Fede, allora guidata proprio da Ratzinger, un pacco di documenti, compreso prove registrate da un notaio. Insomma certificazioni. Le carte pesavano un chilo e mezzo, ancora me lo ricordo, perché per spedirle dal Messico le dovetti pesare. Posso provare quello che dico. E sempre nel 1998 parlammo con l’allora numero 3 della Congregazione implorando l’apertura di processo canonico (che non fu mai aperto)”.
Secondo Barba Martin, riporta ancora il Messaggero, solo nel 2005 il cardinale Ratzinger fece fare una indagine.
“C’era un evidente tappo più in alto. Giovanni Paolo II non volle fare nulla. Conservo ancora la ricevuta postale del 2002 relativa ad un plico di documenti consegnati al cardinale Stanislaw Dziwisz, nel Palazzo Apostolico. Altri documenti furono inoltrati dalla nostra avvocatessa. Sentire che l’allora Papa Giovanni Paolo II non ha mai saputo nulla, così come non sapeva nulla Ratzinger di quello che accadeva attorno lo ritengo una offesa assai dolorosa”.
Come si può osservare Barba Martin chiama in causa anche il Papa Giovanni Paolo II, il Segretario di Stato Sodano e il cardinale Dziwisz accusati del loro silenzio sugli abusi sessuali dell’ex cardinale McCarrick, ridotto allo stato laicale da Papa Francesco.
Il report pubblicato dal Vaticano ripercorre l’inazione sugli abusi del vescovo fatto cardinale da Giovanni Paolo II, McCarrich. “La sua promiscuità con i seminaristi era nota «almeno dagli anni Ottanta”, dice Boniface Ramsey, sacerdote che per decenni ha segnalato invano la condotta.
Il Washington Post, come riportato dal “Fattoquotidiano” parla anche di soldi che sarebbero stati dati a Wojtyla e a Ratzinger in cambio del silenzio sulla pedofilia di McCarrick.
“È questa la sconcertante accusa che emerge da un’inchiesta, finora non smentita dalla Santa Sede,” che, a mio parere bisogna, però, “prendere con le pinze” alla quale personalmente non credo.
“In questo modo, l’ex arcivescovo di Washington si sarebbe garantito quell’omertà che gli avrebbe permesso una lunga e incontrastata carriera all’interno delle gerarchie della Chiesa cattolica, diventando il porporato più potente negli Usa. Cioè fino al 2018 quando Bergoglio lo ha prima privato della porpora, cosa che non succedeva dal 1927, e poi lo ha ridotto allo stato laicale, caso più unico che raro: un provvedimento durissimo frutto della linea della tolleranza zero sulla pedofilia messa in atto con determinazione da Francesco”.
Per concludere: Il presidente della Cei, il Cardinale Gualtiero Bassetti, in questi ultimi giorni, ha reso noto che dopo il rapporto choc in Francia e Monaco anche nel nostro Paese potrebbe essere avviata un’indagine su abusi a minori in ambienti ecclesiastici.
A tal proposito Padre Hans Zollner, gesuita e psicologo, intervistato alla trasmissione “La finestra su San Pietro” (Radio Rai1), dice: “La gente, come abbiamo visto in tante parti del mondo, non si fida più della giustizia all’interno della Chiesa, non accetta più numeri che sono stati rivisti e ricavati da processi o persone controllate dalla Chiesa perché vogliono sapere da fonti indipendenti e oggettive quello che viene fuori e quindi in questo senso prima o poi questa esigenza arriverà o la Chiesa, quindi, decide di farlo per conto suo e ordinare a persone indipendenti come successo in Germania, in Francia, come adesso anche la Conferenza episcopale portoghese sta facendo oppure a un certo punto sarà costretta perché lo Stato, o chi per lo Stato, adirà a sé questo tipo di processi. Secondo me l’alternativa è che o cominciamo noi a fare una vera luce in questi fatti o saranno altri a ordinare e gestire questa vicenda”.