Oggi si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. È l’occasione, per tutti, di conoscere un fenomeno che negli anni si è diffuso tra i giovanissimi e anche per identificare i segnali e prevenire certi comportamenti.
Molteplici i reati che il Codice penale contempla per stabilire il significato racchiuso nella parola bullismo. Se volessimo dare una definizione che li contenga tutti, potremmo dire che il bullismo si manifesta con atti di intimidazione, sopraffazione, oppressione fisica e psicologica commesso da un individuo “forte” nei confronti di un altro “debole” in modo intenzionale e ripetuto nel tempo.
Il fenomeno riguarda ragazzi e ragazze e si manifesta soprattutto in ambito scolastico, in strada, nei locali, nei luoghi di ritrovo dei giovani e, ormai, sui social o nelle chat spesso condivise con la vittima.
Attraverso alcuni segnali, che i ragazzi manifestano, si possono prevenire anche gravi ripercussioni, sia fisiche che psicologiche, che possono indurre la vittima a commettere gesti estremamente gravi.
Sensibilizzare i giovani, le famiglie e i docenti è il compito che da molti anni ormai la Polizia di Stato si è prefissata di portare avanti per combattere il fenomeno; gli esperti della Postale hanno stilato una serie di suggerimenti per riconoscere i segnali di malessere manifestati dai ragazzi perché ogni cambiamento repentino e rapido di umore, un cattivo rendimento scolastico o la chiusura in sé stessi possono, in realtà, nascondere un disagio che merita di essere approfondito.
I ragazzi spesso non hanno un’adeguata consapevolezza di quanto i “dispetti” online, le prese in giro possano avere effetti dolorosi sugli altri. Va insegnato loro ad avere rispetto della privacy online e di essere riservati con le proprie immagini e quelle degli altri. La diffusione e la detenzione di materiale illegale è un pericolo reale. I ragazzi vengono continuamente aggiunti in gruppi di messaggistica istantanea da altri coetanei, conoscenti e amici. Non sempre prestano le dovute attenzioni alla natura di questi gruppi e alle foto e filmati che ci si scambia. È importante che sappiano che chiunque contribuisca a diffondere immagini sessuali e di violenza che riguardano bambini e ragazzi minorenni commette un reato.
Per i genitori è utile sapere le dinamiche del cyberbullismo: se prima alcune prese in giro avvenivano durante la ricreazione sotto gli occhi vigili delle insegnanti, oggi avvengono mentre i ragazzi sono collegati online, mentre scrivono sulla chat di classe con una forza aggressiva amplificata dagli effetti della viralizzazione e dell’opportunità di fare una comunicazione diretta a centinaia di persone contemporaneamente.
A tal proposito, la Campagna educativa della Polizia postale “Una vita da social” giunta alla IX edizione, mira a sensibilizzare i ragazzi sui pericoli della Rete: gli specialisti, a bordo di un truck allestito con un’aula didattica, cercano, con un linguaggio diretto ed efficace, di spiegare i fenomeni connessi alla violenza in Rete segnalandone non solo le implicazioni di carattere giuridico, ma anche gli effetti che possono avere sulla vita dei giovani.
Tra le altre iniziative messe in campo dalla Polizia di Stato per prevenire e combattere il fenomeno c’è l’App Youpol con cui si possono segnalare, anche in forma anonima, episodi di bullismo e cyberbullismo.
YouPol è gratuita ed è disponibile per dispositivi sia Ios che Android da cui è possibile, inoltre, “denunciare” episodi di spaccio di droga e violenza domestica.