Si moltiplicano le richieste di donazioni a favore degli ucraini, ma occhio alle truffe. E’ infatti inevitabile che in mezzo alle tante organizzazioni serie si nascondano molti impostori, che potrebbero addirittura dirottare le donazioni verso la Russia. Il primo consiglio, quindi, è di inviare soldi solo ed esclusivamente ad organizzazioni conosciute e affidabili, quali la Croce Rossa Internazionale, Save the Children e molte altre. Ed è bene farlo visitando direttamente i loro siti web, piuttosto che seguire i link contenuti in messaggi email e sms (rischio phishing).
Tuttavia, come spiega il celebre think tank Atlantic Council, quasi nessuna delle maggiori organizzazioni umanitarie riesce a distribuire gli aiuti all’interno dell’Ucraina. Attualmente, queste donazioni vengono quindi destinate ai profughi che sono riusciti a lasciare il Paese.
Per chi vuole dare una mano anche agli ucraini rimasti nel loro Paese, perché intrappolati o perché hanno deciso di difendere le loro case, l’Atlantic Council consiglia di inviare donazioni a quelle poche organizzazioni che riescono a consegnare aiuti all’interno dell’Ucraina. Eccone alcune:
razomforukraine.org
helpukraine.center
comebackalive.in.ua *
defendukraine.org *
Si consiglia di visitare anche il sito boycottrussia.org, dove vengono elencate le aziende che continuano a fare affari in Russia e quelle che invece hanno cessato le loro attività a seguito dell’invasione dell’Ucraina. E’ bene sapere che tra le aziende elencate ce ne sono alcune che contano milioni di clienti italiani.
Infine, un aiuto concreto che tutti possiamo dare è consumare meno energia possibile. Ogni metro cubo di gas che consumiamo serve a finanziare l’aggressione all’Ucraina, a saziare la speculazione finanziaria e a inquinare. Abbassiamo drasticamente i nostri termosifoni e i nostri consumi energetici, e magari doniamo quanto risparmiato sulla bolletta agli ucraini.
* Avvertenza: Comebackalive e DefendUkraine raccolgono anche fondi per acquistare e consegnare sistemi d’arma all’esercito e alla popolazione ucraina. Sono altamente sconsigliate a chi soffre di equidistanza.
Pietro Moretti, presidente Aduc