“La tentazione fa l’uomo ladro” (e anche la donna…) è questo il motivo che ha probabilmente indotto un operatore tlc come Iliad, che sul mercato si distingue dagli altri suoi concorrenti per trasparenza, qualità ed economicità, a pratiche commerciali ingannevoli che Antitrust ha rilevato e multato: pubblicità in cui ha enfatizzando copertura del suo segnale e fruibilità dello stesso da tutti i dispositivi (1). Non solo, forse entusiasta del fatto che il roaming free durerà ancora 10 anni in Europa (2), si è sbilanciato nel far credere che offriva 100 giga quando in realtà erano 6.
“Business is business”… ci va bene, ma non ingannando. Facile e scontato proposito che, nel panorama della penisola, si sposa costantemente con inganno. Facile e scontato in un sistema di controllo che punisce chi lo infrange con multe che non fanno neanche il solletico, 1.200mila nel nostro caso. Multa che, allo scontato ricorso che Iliad farà al Tar, è probabile che sparirà o si ridimensionerà. E punto e a capo, fino a quando l’Antitrust si pronuncerà.
Intanto i soldi accumulati ingannando i consumatori saranno sempre maggiori di quelli spesi per le multe. Sistema calibrato, sperimentato ed efficace da cui non si sottrae nessuno. Benvenuto Iliad.
Al momento, per evitare questo massacro di legalità e di soldi, c’è solo un rimedio: aumentare gli importi delle sanzioni e riferirli percentualmente ai bilanci dei gestori. Per farlo, Antitrust non può decidere da sé, occorre il legislatore che, per quanto riguarda le tlc (e non solo) è molto sensibile all’importanza nella propria politica delle iniziative, anche economiche, di chi commette queste violazioni. Per infrangere questa “omertà” ci vuole coraggio. Esiste qualche coraggioso legislatore in grado di spezzare questo legame?
1 – https://www.aduc.it/notizia/iliad+multata+antitrust+pratiche+commerciali_138708.php
2 – https://tlc.aduc.it/notizia/roaming+free+ancora+10+anni+parlamento+approva_138691.php
François-Marie Arouet – Aduc