“Quanto scoperto a Bucha testimonia quello che diciamo da vent’anni: Putin è un terrorista. Bisogna sostenere al massimo il delicato lavoro della Corte Penale Internazionale nell’acquisizione delle prove e nella messa in sicurezza dei testimoni”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Le immagini inequivocabili che arrivano da Bucha, i racconti dettagliati dei testimoni, sono l’ennesima dimostrazione di quanto i Radicali sottolineano insistentemente da vent’anni a questa parte: Putin è un terrorista e il regime russo si regge grazie al sistematico uso di metodi terroristici. Già durante la seconda guerra cecena, l’allora segretario radicale Olivier Dupuis denunciava che occorreva battersi contro due terrorismi che si alimentavano reciprocamente: quello dei fondamentalisti islamici e quello di Putin, che mise a ferro e fuoco la Cecenia per poi abbandonarla nelle mani del dittatore terrorista Ramzan Kadyrov.
Ma poi gli omicidi di tutti i giornalisti e gli oppositori scomodi, l’andare a Londra ad avvelenare con un tè al polonio Aleksandr Litvinenko, provare a ripetere la cosa con Sergej Skripal e poi con Alexei Navalny, arrestare e incarcerare ingiustamente quest’ultimo, arrestare chiunque manifesti in piazza (anche con un foglio bianco, anche con un foglio con otto asterischi)… tutto ciò non è forse prova evidente di un sistema terroristico che dura da vent’anni? Il 24 febbraio scorso, con l’aggressione all’Ucraina, milioni di cittadini europei, classi dirigenti comprese, hanno aperto un occhio su chi è Vladimir Putin; ieri, le immagini di Bucha li hanno costretti ad aprire anche l’altro occhio. Prima che li richiudano di nuovo, occorre sostenere al massimo, da subito, il lavoro della Corte Penale Internazionale, che ha già aperto un’inchiesta in Ucraina.
La CPI deve essere messa in grado di acquisire le prove e di mettere in sicurezza i testimoni a Bucha, prima che l’evoluzione del conflitto pregiudichi tale possibilità. Richiediamo ai governi degli Stati dell’Unione Europea di stanziare fondi straordinari per la CPI; invitiamo i cittadini europei a firmare il nostro appello ‘Putn all’Aja’, disponibile in sette lingue su radicali.it“, concludono.