Ieri sera però dopo la mezzanotte, chissà se l’avessero visto i bambini forse potevano scandalizzarsi, nella trasmissione di Giuseppe Brindisi “Zona Bianca” (Rete 4 Mediaset) è stato “rotto” il silenzio, sulla consacrazione del Papa alla Madonna della Russia e dell’Ucraina. Inoltre si è cercato di dare un significato al messaggio di Fatima e di Medjugorje. Soltanto frammenti qua e là, un po ‘scomposti, qualche breve clip su padre Livio Fanzaga, ma nulla di eccezionale. Forse Mediaset, il giornalista avranno letto Renato Farina di Libero, che ancora una volta lamenta il silenzio del media sull’atto di consacrazione di papa Francesco.
“Eppure il Papa venerdì pomeriggio ha investito il suo cuore, la sua testa, la sua autorevolezza morale, la forza organizzativa dei suoi apparati in Vaticano e nei cinque continenti, dovunque esista un prete o anche soltanto un povero battezzato analfabeta, in un gesto «assoluto», quello che più esprime il possesso che Dio gli ha affidato delle chiavi di Pietro”. (Renato Farina, “Papa Francesco e Fatima, perché il Corriere della Sera lo ha “sbianchettato “”, 28.3.22, Libero)
Perché? Bavaglio, sbianchettamento, banalizzazione. Tuttavia, per Farina, l’evento proprio perché totalmente religioso, è anche un evento politico, perchè “capace di suscitare imprevedibili iniziative di pace, si chiama potenza dello Spirito, che è invisibile e soffia dove vuole. Forse conta persino più di una telefonata di Macron, che ne fa mille, tutte senza sugo, ma raccontate come se fosse appeso al suo filo il destino delle genti”. Ma forse qualcuno non gradisce che questa guerra finisca in fretta, per giunta ascoltando la strada della diplomazia costi quel che costi promossa dal Papa.
Papa Francesco si è messo a disposizione, ora ha esplicitamente detto di essere disponibile di andare a Kiev. “Tutto per fermare la guerra tra due popoli cristiani che lui profetizza, sa, teme, non vuole credere porti ad un conflitto nucleare”. Forse non è stato capito, oppure è stato capito fin troppo bene. Tuttavia tutto questo silenzio non deve meravigliare. Sostanzialmente abbiamo constatato che quando il papa argentino “abbandona il linguaggio politicamente corretto e usa le parole della «follia» cristiana, allora gli si applica quella che lui stesso ha definito «la cultura dello scarto». E questo proprio soprattutto in Italia, e nella sua Roma, dove tutti i detentori delle reti di comunicazione gli rendono omaggio e amplificano atti e parole: ma stavolta no. Silenzio quasi universale”. In pratica, la consacrazione dell’umanità intera, e in special modo di Russia e Ucraina, al Cuore Immacolato di Maria, perché «cessi la guerra efferata» e sia allontanata la minaccia di un’ecatombe nucleare, “è stata trattata come fosse una folcloristica danza intorno a un totem goffamente femminile, come si faceva nelle società arretrate contro la siccità, una roba vintage”.
Il giornalista di Libero riporta lo “sgarbo” del Corriere della Sera, che non dedica all’evento neppure un articolo di cronaca. Anzi fa apparire il Vaticano di essere favorevole alla resistenza armata degli ucraini, contrapponendo il cardinale Pietro Parolin al papa. Del resto lo dice il Catechismo.
A questo proposito Farina cita Aldo Cazzullo che in suo articolo esalta il segretario di Stato Parolin favorevole alla resistenza. Mentre per quanto riguarda la richiesta di pace di papa Francesco, siccome si tratta del papa, non si può polemizzare, meglio nascondere. Meglio, “deporre il Papa nel sottoscala come una vecchia scopa”.
Era impossibile equivocare la volontà del papa, Nessun sostegno all’invasione e alla «guerra efferata» scatenata da Putin. Il Papa con chiarezza ha sempre indicato che la vittima è il popolo ucraino. Ma nello stesso tempo, “ha mostrato una delusione palpabile nei confronti delle strategie messe in atto da tutti i responsabili delle nazioni, colpevoli di vedere solo nella deterrenza con il coltello tra i denti il modo di fermare la corsa alla distruzione del mondo intero”.
Comunque sia si può o meno discutere l’ utopistica via francescana di Bergoglio?
“Ma almeno va preso sul serio. Anche quando giudica «follia» l’incremento degli investimenti militari decisi in Italia”. Tuttavia Farina evidenzia come da almeno un secolo tutti i Papi ripetono inascoltati le medesime parole sull’«inutile strage», che è la guerra, a partire da Benedetto XV, le guerre non risolvono ma aggravano irreparabilmente i guai dell’umanità. “Per questo il Pontefice non nomina né tantomeno insulta Putin – il quale ha rifiutato la mediazione di Francesco, che correrebbe da lui anche domattina – vuole tenere aperto comunque uno spiraglio. Ed è deluso dai capi delle potenze occidentali che non sanno o non vogliono trovare quella crepa nel muro ideologico di Putin che lo faccia sedere a un tavolo di pace”.
DOMENICO BONVEGNA