Covid. Non disturbare i manovratori, soprattutto mediatici

Diversi contagiati non si denunciano alle autorità sanitarie per non doversi sottomettere ai tempi standard di quarantena e controlli. Una quantità di persone che rendono precarie in difetto le statistiche ufficiali oltre che mettere a rischio la propria salute e quella collettiva (1).

Abbiamo scoperchiato un pentolone di informazioni alterate ma al cui malodore tutti sembra si siano adeguati, e non vogliono essere disturbati. Non disturbare i manovratori, inclusi quelli mediatici: “già abbiamo tanti problemi, ci mancano questi aggiuntivi…”. Ormai politiche sanitarie e informazione viaggiano a regime: tamponi e contagiati, pur nel loro numero alto e basso (quando ci sono i giorni festivi ché tamponatori e tamponandi lavorano meno) fanno parte del loro trend, gli italiani sembrano contenti e, più o meno adeguandosi individualmente a questo regime, hanno ripreso a consumare, cosa stiamo a rompere… I problemi certamente non mancano, anche gravi e più gravi della pandemia. Di quest’ultima è bene parlarne con rilievo solo di quanto accade a Shangai, tutti intabardati coi loro “incomprensibili” metodi di prevenzione e lotta (quei cattivoni che forse sono colpevoli di tutta la pandemia), mentre noi… felici e sorridenti in incontri e manifestazioni con persone tutte senza mascherine, sport a pieno ritmo, concerti, folle coi visi sorridenti a Pompei quanto a Roma, Firenze, Venezia… e corrispondenti senza mascherine che intervistano altrettanti de-mascherinizzati. E poi, vuoi mettere, le immagini della guerra, delle vittime, degli assassini, dei politici che si incontrano per impossibili accordi e se lo dicono tutti senza mascherine.

E poi, arriva la bella stagione che – si sa – fa calare i contagi, ci ripetono voci suadenti e calibrate dall’esperienza di due anni di pandemia.

A margine, qualcuno legge o dà un po’ di numeri. L’informazione è salva. Abbiamo raggiunto un equilibrio… con numeri irreali, ma cosa importa, tanti sanno e non vedono, potrebbero vedere ma preferiscono non farlo. Ognuno ha da fare per sé, la comunità viene dopo, anzi, per alcuni se non c’è è meglio, ché turba la stessa comunità.

E intanto tutti sanno dell’amico, del cliente, del paziente che si è beccato il covid e che se lo cura per conto proprio… soprattutto non tracciandolo nella propria scheda sanitaria, e del suo bene e di quello della comunità… chi se ne frega… domani è un altro giorno, domani un altro covid, domani un’altra guerra, domani un’altra economia… e le notizie su quegli incoscienti degli svedesi, portati anche a modello a seconda dei giorni e da parte di chi, che hanno trattato la pandemia con leggerezza… si sa, quei viziati assistiti libertini se la sono cercata. Noi italiani, a singhiozzo indicati come modello di osservanza e disciplina, è bene che continuiamo ad essere così e che se anche con tre dosi e mascherine ci si becca il covid, che ognuno se lo tenga per sé, tanto male più di tanto non fa a mano che tu non sia decrepito per altro. Per ora.

 

1 – https://www.aduc.it/comunicato/covid+tamponi+contagi+numeri+non+tornano+quali_34379.php

 

François-Marie Arouet – Aduc