Che c’entra una sala operatoria o una terapia intensiva con la Formula 1? Sembra inusuale, ma in realtà sono tantissimi i punti di contatto tra la disciplina dell’anestesia e rianimazione e il mondo dell’alta velocità automobilistica: necessità di fare diagnosi e decidere in pochi secondi, precisione nella gestione del rischio, necessità di competenze continuamente aggiornate, presenza di altissima tecnologia e ricerca continua, lavoro in team. In pratica entrambi gli ambiti (quelli della velocità a 300 all’ora e quello di chi gestisce momenti clinici e percorsi salvavita) possono essere concepiti come “aree critiche” in cui i professionisti devono prendere in carico eventi e persone all’interno di uno schema organizzativo votato alla massima efficienza e sicurezza.
Su questi presupposti la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI), ha costruito il programma del suo CAMP7 con il titolo di MOTORCAMP, evento multiprofessionale che si tiene presso l’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola dal 29 al 30 aprile (Piazza Ayrton Senna da Silva, Imola).
“L’obiettivo del CAMP7 è sottolineare il ruolo della disciplina medica con particolare riferimento alla medicina perioperatoria, alla terapia intensiva e all’emergenza sanitaria, come supporto sanitario dove in caso di un necessario intervento correlato alla emergenza di un incidente non solo l’elevata qualità delle competenze degli anestesisti-rianimatori è determinante, ma anche la loro capacità di fare squadra e di sviluppare efficienti modelli organizzativi sanitari possa fare la differenza”, risponde Antonino Giarratano, presidente SIAARTI e Coordinatore scientifico di MOTORCAMP, “In questo congresso infatti oltre ai relatori di ambito clinico parteciperanno in qualità di speakers ingegneri, tecnici, driver, comunicatori: tutte figure non mediche che hanno avuto o hanno un ruolo determinante nello sviluppo e nella ricerca della sicurezza e della qualità, in una logica di contaminazione e confronto tra mondi diversi, ma orientati all’innovazione. La sede scelta per il CAMP 7, l’Autodromo di Imola, è sicuramente inusuale ma, per le sue caratteristiche strutturali e per il mondo altamente tecnologico e organizzato che rappresenta, è estremamente adeguata ad accogliere in contemporanea le sessioni frontali e i numerosissimi workshop pratici che caratterizzano il programma”.
Perché un evento che pone in correlazione la sicurezza nel mondo dei motori e quella nel mondo dell’anestesiologia? Risponde Elena Giovanna Bignami (tra le coordinatrici scientifiche dell’evento SIAARTI): “Si tratta di un evento scientifico che si caratterizza per unicità nel suo genere. In entrambi gli ambiti i professionisti hanno a che fare con la gestione del rischio, e con la gestione del tempo, nel senso che le situazioni possono variare anche in senso negativo molto velocemente. Il mondo dell’ingegneria meccanica richiama diversi aspetti che la accomunano con l’anestesia e rianimazione e che nel CAMP7 saranno sviluppati in una logica di continua contaminazione e confronto: innovazione, organizzazione, ricerca tecnologica, team work, sicurezza, forte ricorso alla simulazione, qualità”.
Tante le sessioni (plenarie e parallele) e tanti anche gli argomenti affrontati sempre nel confronto specifico tra i due mondi, quello della velocità e quello dell’anestesia-rianimazione, da “Sicurezza nel mondo dei motori e nel mondo anestesiologico” (ore 9.30, 29 aprile) al confronto tra “Management nel mondo delle corse e nel blocco operatorio” (0re 10.00, 30 aprile). Particolarmente stimolante risulta poi il dialogo (ore 11, 29 aprile) che metterà in confronto gli anestesisti con Corrado Onorato (coordinatore dell’area Design Scuderia Ferrari) su temi specifici di entrambe le discipline: “Officina ed ECMO”; la Diagnostica; la Ventilazione; Motore e trasmissione; Carburanti e nutrizione.
Tra gli altri temi, quello dell’Intelligenza artificiale sarà particolarmente approfondito in più di una sessione di MOTORCAMP. Che contributo può dare l’IA al mondo della sicurezza, del rischio clinico e dell’errore medico? “Sicuramente l’IA sta modificando la nostra professione di medici, e in particolare di Anestesisti-Rianimatori”, risponde Elena Giovanna Bignami, “come avviene in altre discipline, grazie allo sfruttamento di queste tecnologie, stiamo per entrare in una nuova era di gestione del rischio. Questi sistemi sono infatti in grado di analizzare grandissime quantità di dati e di natura anche molto differente tra loro in modo da calcolare il rischio in maniera puntuale, per quel singolo paziente e in quella specifica situazione, il più delle volte anche real time, e quindi in maniera molto lontana dagli attuali score generici. Il passo successivo è tradurre poi tutto questo in strumenti capaci di fornire al medico nuove armi al fine di amplificare le sue capacità analitiche e assottigliare le possibilità di errore, aumentando quindi la sicurezza per i suoi pazienti”.