Si intitola “L’Universo imperfetto: racconti di musica e scienza“, un dialogo – tra parole e canzoni – tra la cantante Sara Franceschini e l’astrofisica Tullia Sbarrato. Lo spettacolo si terrà sabato 11 giugno alle 19,30 a Villa Lazzaroni (via Appia Nuova 522), nel teatro appena riaperto dopo la ristrutturazione.
Lo spettacolo rientra tra gli incontri di “LÀ FUORI – FESTIVAL DELLA SCIENZA E DELL’ARTE”, tre giorni di appuntamenti gratuiti per tutte le età con l’obiettivo di stimolare l’interesse alle discipline STEAM tramite l’incontro tra arte e scienza. Il Festival è l’ideale proseguimento di un progetto promosso dall’Associazione Insiemi di Scienza nato nelle scuole della periferia di Roma sud-est, un percorso per avvicinare bambine e bambini dagli 8 ai 12 anni al pensiero scientifico tra STEM, teatro e musica.
Là Fuori Festival è un progetto a cura dell’Associazione Insiemi di Scienza realizzato con la collaborazione di Teatro a Vista, Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini, progetto europeo AHEAD2020, Dire Fare Insegnare, WeSTEAM Italia. L’iniziativa gode del patrocinio di Municipio Roma VII e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Progetto vincitore del bando VitaminaG nell’ambito del programma GenerAzioniGiovani.it finanziato dalle Politiche Giovanili della Regione Lazio con il sostegno del Dipartimento per la Gioventù.
LO SPETTACOLO
Sabato 11 giugno – ORE 19.30
Prenotazione consigliata al link – https://www.eventbrite.com/e/348725767157
Con SARA FRANCESCHINI, TULLIA SBARRATO
L’Universo imperfetto: racconti di musica e scienza.
Tutto ebbe inizio quasi 14 miliardi di anni fa, con il Big Bang. La storia che segue affonda le sue radici in un terreno granulare fatto di imperfezioni, di grumi, di irregolarità. Ed è proprio grazie a minuscole irregolarità, presenti nell’Universo poco dopo l’istante zero, che arrivò l’alba cosmica: nacquero galassie, stelle, pianeti e, su almeno uno di essi, fecero timidamente capolino le prime forme di vita.
Il disequilibrio e la fragilità contraddistinguono gli esseri viventi da un punto di vista biologico ma appartengono loro anche in senso artistico. È la fragilità ad essere spesso fonte di creazione, di espressione, di ispirazione, ed è la stessa che ci assale sotto un cielo stellato, all’idea di essere solo un granello di polvere illuminato per qualche istante da un sottile raggio di sole.