L’ulteriore finanziamento alle prestazioni sanitarie convenzionate, varato dall’Assessore Razza e da Musumeci, non serve a diminuire le liste d’attesa e non va certo a favore dei cittadini, ma è un regalo di circa 32 milioni di euro alla sanità privata, a scapito di quella pubblica. È risaputo, infatti, che le prestazioni piú complesse e costose (per cui spesso si emigra in altre regioni) sono fornite principalmente dal sistema pubblico e se si volessero veramente rendere più efficienti le prestazioni sanitarie si dovrebbero innanzitutto accrescere gli organici degli ospedali e della medicina territoriale cronicamente sottodimensionati e spesso sottopagati.
Finanziando la medicina privata in un periodo di estrema difficoltà di quella pubblica (per il covid-19 e la mancanza di risorse e personale) significa distruggere il sistema universalistico e gratuito del sistema sanitario nazionale non garantendo piú a tutti e tutte i medesimi alti livelli di cura e di prestazioni sanitarie.
Dopodiché, per far diminuire le liste d’attesa occorre investire sulla prevenzione e sulla medicina di prossimità, oltre ad occuparsi delle numerose cause dell’alta incidenza di malattie: dall’inquinamento, alla capacità di effettuare campagne di prevenzione, dall’educazione a corretti stili di vita, al controllo della salubrità dei luoghi di lavoro, ecc. Insomma, le risorse che ci sono andrebbero investite nella sanitá pubblica e nella prevenzione, non regalata ai privati che, come abbiamo visto durante la Pandemia, quando non ci sono profitti da fare si sono tirati indietro e hanno lasciato le strutture pubbliche (ridimenzionate dalle privatizzazioni e dalle esternalizzazioni) da sole a fronteggiare il Covid-19.
Nicola Candido, Segretario regionale della Sicilia
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea