Il Sindaco di Rocca Pietore (Belluno), località sul fronte veneto della Marmolada, sostiene che la tragedia non era prevedibile e che se le persone che ne sono rimaste coinvolte lo avessero interpellato, avrebbe consigliato loro di procedere; gli alpinisti sono stati sfortunati per essere stati lì nel momento sbagliato (1). Chissà qual è il suo concetto di “momento”…
In questo andazzo, ci saremmo aspettati che oggi papa Francesco avesse detto che è stata colpa del diavolo o che (non ce ne vogliano i cristiani), come si dice in gergo popolare, fosse stata colpa dello spirito santo.
Non ci mettiamo qui a disquisire e confutare esperienze e credenze del sindaco De Bernardin, ovunque ci sono persone molto più autorevoli di noi per farlo e che continuano a spiegarci nei minimi particolari: cosa è accaduto a quel ghiacciaio, cosa sta succedendo ad altri ghiacciai e quanto tutto questo significhi con le temperature di questa estate e, solo per fare un esempio di cronaca odierna, perché è in corso l’evacuazione di decine di migliaia di abitanti a Sydney o perché l’Indonesia ha deciso di “spostare” la capitale Jakarta ché fra pochissimo sarà sommersa dal mare, etc.
Rileviamo l’aspetto mediatico della vicenda, aspettandoci che il nostro Sindaco sarà chiamato un po’ dovunque a dire la sua, confutandosi (2) con veri scienziati e climatologi che magari non si vergogneranno di parlare con lui, istigato da giornalisti moderatori che, alla minima “virgola”, aizzano differenze e contrasti (la polemica fa audience, dicono…). Abbiamo ancora viva la valorizzazione dell’antiscienza fatta dai media con no-vax, no-greenpass, nonché dell’antipolitica con dichiarati pacifisti che assumono le difese di Putin per l’invasione dell’Ucraina, etc. Tutti contesti in cui il non-senso, l’irrazionale … condito con l’urlo e la presunta autorevolezza delle proprie fonti, sostituiscono confronto e informazione.
Per scomodare ancora papa Francesco, è come quando si dice, nei bar dei nostri paesi e città, che “Gesù Cristo è morto di sonno”.
1 – Ansa: “Sono assolutamente certo che questa tragedia non avrebbe potuto essere evitata. Il maledetto crollo avvenuto in giornata festiva, nell’orario in cui gli alpinisti percorrono maggiormente il ghiacciaio e con il meteo cosi’ favorevole, non era prevedibile”. “Se quegli sfortunati alpinisti – prosegue De Bernardin – prima di affrontare la salita mi avessero chiesto un parere sull’ascensione, avrei risposto che opportunamente attrezzati, prestando attenzione a rimanere sul sentiero, stando attenti a non avvicinarsi ai crepacci e usando tutte le accortezze dovute per una ascensione alpinistica su roccia e ghiaccio, la cosa era fattibile, come lo era stata per le migliaia e migliaia di persone prima di loro. Credo che nessuna critica possa essere addebitata a loro in quanto hanno solo avuto la sfortuna di essere li’ nel momento sbagliato”. De Bernardin aggiunge che “senza ricerca di frasi retoriche, posso solo dire che questa vicenda mi ha profondamente scosso, e che durante queste notti sulla montagna, quando tutti i rumori svaniscono e rimane il grande silenzio, ho pensato molto a quelle persone che erano sepolte sotto il ghiaccio, cosi’ vicino a me. Non posso fare altro che mandare un grande abbraccio ai loro cari e ai loro amici – conclude – a nome mio e della comunita’ di Rocca Pietore
2 – parola gentile visto il livello di confronto mediatico medio, in cui non si dice ognuno la propria ma si cerca solo di beffeggiare il nemico.
Vincenzo Donvito Maxia