A diverse piccole e medie aziende e commercianti, stanno arrivando bollette energetiche pesantissime (anche il triplo/quadruplo in più). E’ il “trend” di questo momento. Ma quello che fa più preoccupare è che lo Stato ha intenzione di mettere i bastoni fra le ruote ai più virtuosi fra loro, che negli anni passati hanno prodotto da soli la propria energia e quella in surplus l’hanno venduta allo Stato.
Il decreto Sostegni ter ha previsto per alcune aziende, che producono oltre i 20 Kwh, che restituiscano la differenza di quanto incassato a suo tempo rispetto ad un prezzo medio energetico calcolato sugli ultimi dieci anni (1).
Sebbene il fine dello Stato sia nobile (incassare un miliardo e mezzo di euro per gli incentivi ai consumatori più deboli), c’è qualcosa che non torna:
– sono aziende che non hanno particolare rapporto con lo Stato: non hanno usufruito di incentivi statali per la produzione; il loro prodotto non c’entra con le problematiche di approvvigionamento del mercato energetico attuale (Russia, etc), ma è frutto di iniziativa privata in aggiunta a quella pubblica;
– anche volendo considerare la sovrattassa una tantum che le aziende devono versare per i guadagni extra che hanno avuto per il maggior costo dei prodotti sul mercato all’ingrosso… quanto da loro prodotto e venduto allo Stato non c’entra con gli approvvigionamenti del mercato energetico da cui la maggior parte delle aziende attingono per la rivendita.
A questo si aggiunga anche il fatto che – in ambito di produzione di energie rinnovabili (molto incoraggiate quanto burocraticamente ferme – 2) – lo Stato che si arroghi questo diritto a posteriori, di fatto scoraggia l’iniziativa privata, con ricadute anche occupazionali.
Vincenzo Donvito Maxia
2 – https://www.aduc.it/articolo/energie+rinnovabili+altro+anno+sprecato_34535.php