Beppe Picciolo il 25 settembre è alle porte: con quale spirito sta portando avanti la campagna elettorale? Con tanto entusiasmo e concretezza sempre con l’animo di un “umile servitore” del nostro martoriato ma bellissimo territorio. C’è veramente tanto da fare e soprattutto da mettere in sicurezza. L’immagine che più si addice alla politica di questa torbida estate è il proverbiale campo di Agramante di ariostesca memoria, dove regna una discordia confusionaria e suicida, mentre il nemico (lo spettro della crisi) è alle porte. Come superare il difficile momento?
Per cultura e formazione politica ho sempre cercato il confronto e ciò che ci unisce. Siamo sulla stessa barca, si vince tutti oppure si affonda e non si salva nessuno.
Dossier, minacce e ricatti velenosi volano come stracci, in una Nazione ridotta alle pezze. E con avversari da polverizzare, con ogni mezzo, perché il potere assoluto non ammette dissenso: non fa prigionieri, solo terra bruciata contro chi canta fuori dal coro. Che fine ha fatto la libertà di pensiero?
Molto spesso sono stato accusato da tanti miei amici di aver accettato il confronto pur sapendo che era “inutile”. Ecco dialogare e trovare un punto d’incontro (se possibile) con le ragioni dell’altro sono l’essenza della vera Politica. I muri si abbattono “picconando” insieme. Se riesco a convincerti (o viceversa) che la mia idea è corretta quel muro lo demoliamo prima e a guadagnarci è la pacifica convivenza. In generale, sono profondamente convinto che sono molte di più le cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci rendono avversari. C’è sempre un punto di incontro in politica: e io lo ho sempre cercato ciò che unisce più che ciò che divide!
Che fine ha fatto l’informazione?
È triste dirlo ma l’informazione “non fa più notizia”, nel campo della comunicazione registro un odioso rumore di fondo dove tutto è saputo (da tutti) ma nulla è creduto. Mi spiego meglio, sono per primi i giornalisti a non credere più al loro lavoro. Il gusto di cercare la notizia, di sezionarla ed evidenziarla utilizzando il proprio metro e la misura più opportuna, questa è diventata merce rara. C’è molto conformismo e pressappochismo e il lettore più attento fugge…
Le accuse che si muovono ai politici è che siete lontani dai problemi delle famiglie, che stentano a vivere, ogni giorno alle prese con povertà e disoccupazione, soprattutto giovanile. Il 25 Settembre riserverà un brusco risveglio?
La distanza della classe politica “dai problemi della gente” non è più credibile. Nel recente passato abbiamo assistito ad uno spettacolare esperimento sociale. Molti hanno pensato bene di raggiungere il “potere” denunciando con metodi a loro consoni le malefatte di una classe politica che, comunque, era frutto di un vecchio modo di fare politica. Oggi i risultati di questa “rivoluzione dal basso”, dell’uno vale uno, è sotto gli occhi di tutti. I problemi si affrontano con serietà e competenza. Ecco su questo mi aspetto che il prossimo 25 settembre riservi belle sorprese, perché nulla è scontato e l’elettore questa volta si recherà al seggio per premiare e non per punire.
Come convincerà i siciliani che lei è l’uomo giusto per cambiare l’andazzo?
Ho una piccola storia personale che parla per me e non ho mai smesso di credere alla Politica come unica vera soluzione per risolvere i problemi. Non credo nella politica per professione ma solo per passione! Chi mi conosce sa che non mi arrendo e non mi accontento. Porto nel cuore la speranza che a tutto c’è rimedio… e le potrei raccontare tante storie significative. Se vuole una per tutte: il pronto soccorso dell’ospedale Piemonte che tutti davano per spacciato. Oggi è ancora lì e sono molto orgoglioso di quello che ho fatto, con tanti amici, per non far perdere alla nostra Città un punto di riferimento… e come questo tanto altri esempi ma la storia poi diventerebbe troppo lunga.
Sapranno i cattolici provenienti da ogni schieramento fare massa critica al momento di votare per leggi che mettono al centro la meritocrazia, le pari opportunità?
Ritengo che le conquiste in tema di diritti sociali non possano più essere messe in discussione, l’Italia ha fatto enormi passi avanti negli ultimi 50 anni e credo che agitare spettri e fantasmi revisionisti serva solo ad alimentare un dibattito senza fondamento. La massa critica per andare avanti sarà nei fatti e il buon senso prevarrà sempre.
Una politica responsabile, che miri al bene comune, richiederebbe oggi, da tutti, un passo indietro, prima che il Paese vada a pezzi, e un’intesa di unità nazionale (e solidale) che restituisca ai cittadini il diritto di eleggersi i propri rappresentanti. Che ne pensa?
Con me sfonda una porta aperta, per ridare il senso più alto alla Politica occorre un ritorno al proporzionale e alle preferenze. Radicamento sul territorio dei rappresentanti e governabilità con un sistema mutuato dal doppio turno alla francese. Questo è il mio piccolo suggerimento… e non credo di essere lontano.