Si avvicina la festa di San Francesco, ho pensato di leggere un testo che avevo nella mia biblioteca da qualche anno e che meritava di essere letto e presentato, si tratta di “San Francesco. Una delle figure più deformate della storia”, di Cristina Siccardi, SugarcoEdizioni (2019, e.23). Una presentazione perentoria in quarta di copertina: “Questo libro restituisce san Francesco d’Assisi (1181/1182-1226), quello delle Fonti Francescane, con le testimonianze dirette di coloro che hanno vissuto al suo fianco, ed ecco che il frate sdolcinato, liberale, pacifista, progressista, interreligioso, ambientalista, animalista…decantato e portato a modello, lascia automaticamente la scena per dare spazio al vero protagonista: il Cavaliere libero, l’Europeo cattolico, il Mistico.
A 800 anni (1219-2019) dal suo viaggio in Egitto per annunciare al sultano al-Malik al-Kamil la Fede in Cristo, viene proposto il suo reale ritratto per comprendere chi sia stato veramente questo personaggio divenuto ormai inedito […]”.
Il testo della Siccardi è stato prefato da padre Serafino Tognetti che desidera mostrare il vero volto di san Francesco che non sia “quella scialba e falsa di un Francesco ecologista, pacifista, relativista, buonista, naturalista, ma piuttosto l’immagine di un francesco cavaliere, penitente, riformatore, mistico”. Il padre si pone delle domande fondamentali sul santo di Assisi: perché è stato mistificato e fatto una bandiera di valori generici buono per tutte le spiritualità. Ancora si domanda per quale motivo altri santi come san Bernardo, san Tommaso o santa Caterina, non hanno subito lo stesso destino?
San Francesco fu un vero riformatore della Chiesa: “Va e ripara la mia Chiesa”, gli disse il Signore. E lui lo fece sia dal punto di vista materiale che spirituale. “Francesco riformò la Chiesa in un modo autentico, assoluto, e lo fece da solo, con la sola forza della fede”. Nel fare questo lo ha fatto come un “cavaliere” medievale, sostanzialmente Francesco cambiò semplicemente padrone, dal mondo era passato a servire Dio, “con lo stesso vigore, dedizione e spiritualità del soldato”. Non per nulla Francesco definiva se stesso come “l’araldo del gran Re”. E Francesco fu come l’araldo che corre e annuncia l’andamento della battaglia, che grida a tutti la vittoria o la sconfitta. Francesco fa rivivere il Risorto in mezzo a noi, con la sua gioia, il suo volto, la sua perfetta letizia. Francesco si caratterizza secondo padre Serafino per la beatitudine che emana dalla sua persona. “Quando gli uomini hanno visto Francesco, hanno visto il regno di Dio sulla terra. Quando gli uomini hanno visto lui, hanno conosciuto Dio”. Pertanto per la Siccardi, “Vivere il Vangelo, per san Francesco, significa parlare come il Vangelo, senza interpretazioni personali, ma secondo Cristo e, dunque, la Tradizione della Chiesa, orale e scritta”.
Fu la gioia dei primi cristiani dei primi martire per la fede, che hanno trasformato la civiltà greco-romana. Tutti rimanevano a bocca aperta non tanto per la nuova dottrina, ma per la gioia che questi uomini e donne manifestarono nel viverla. La stessa cosa successe mille anni dopo con Francesco ad Assisi, non per la testimonianza di migliaia di martiri, ma di un uomo solo.
Francesco in certo senso ha rinnovato la società di allora diventata “vecchia”.
E qui occorre fare una riflessione molto utile anche per noi. Attenzione, il mondo spesso non vuole essere rinnovato.
“Francesco annientò il mondo con la sua stessa presenza. Egli non ebbe come programma di lavoro quello di trasformare le strutture mondane, ma piuttosto di lasciar vivere in lui in pienezza la presenza del Cristo crocifisso e risorto”.
Il mondo cerca di distruggerlo, se non può farlo fisicamente, lo fa trasformandolo, “mettendogli addosso una maschera che lo deformi”. Infatti per padre Serafino, “Eliminare Francesco materialmente non si può, perché la storia non si può riscrivere, ma la si può re-interpretare, cercando di cambiare la sua immagine, farlo tornare nel mondo, dal quale in fondo egli proveniva, essendo stato, prima della conversione, un giovane ricco e forse un pò viziato della società ricca di Assisi”.
Si tratta di una mondanizzazione che non hanno fatto solo i nemici della Chiesa cattolica, attraverso romanzi o film che presentano un “altro” Francesco, ma anche da coloro che fanno professione di fede, anche da religiosi. Tuttavia l’ordine dei Francescani nella sua lunga storia ha avuto tanti santi e sante che hanno continuato l’opera del loro santo fondatore. Due nomi per tutti, due giganti in ordine di tempo: “san Massimiliano Maria Kolbe e san padre Pio da Pietrelcina. Diversissimi tra loro e diversi anche da Francesco, ma anch’essi come lui, trascinatori di folle”.
Padre Tognetti elogia Cristina Siccardi che ha avuto il merito di documentare la vita di San Francesco, avendo letto con attenzione le Fonti Francescane (un testo di migliaia di pagine), destreggiandosi con grande competenza tra gli scritti e le biografie del santo. Ricordo ai miei lettori di aver letto e recensito un ottimo volumetto pubblicato da Fede & Cultura di Verona, “San Francesco antimoderno”, di Guido Vignelli.
Tornando al lavoro della studiosa torinese, nel 6° capitolo, precisa che Francesco restaurò materialmente tre chiese, che simbolicamente rappresentano i tre Ordini da lui fondati: i Frati minori, le Povere Signore, il Terz’Ordine. “Tali Ordini – scrive Siccardi – restaurarono la Chiesa. Stiamo parlando di una popolazione immensa che ha attraversato i secoli e le generazioni”. Il Terz’Ordine francescano pur rimanendo nel mondo e continuando le proprie attività, uomini e donne si sono fatti penitenti sotto l’ala di san Francesco.
Tognetti ci tiene a precisare che non si vuole fare di Francesco una nuova bandiera, magari ideologica. San Francesco è di tutti, anzi è di Cristo, e questo testo di Siccardi vuole avere proprio questo scopo, ridare Francesco a Cristo, alla sua Chiesa cattolica. Potrà dar fastidio a chi non vuole rinunciare al santo di Assisi come bandiera dell’ecologismo e del pacifismo arcobaleno. Il libro della Siccardi vuole semplicemente far conoscere la vera figura e il vero volto di Francesco.
DOMENICO BONVEGNA
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