Un numero crescente di adolescenti in Italia sperimenta gli effetti della povertà alimentare. Avere, anche da piccoli, consapevolezza delle grandi difficoltà economiche della propria famiglia, imparare a rinunciare ai cibi preferiti o troppo costosi e vedere riempirsi il frigorifero solo con i pacchi degli enti di assistenza alimentare, non praticare sport, ridurre o eliminare le uscite con gli amici e le occasioni di socialità, fino a tenere la paghetta mensile come risparmio da dare ai genitori nei momenti di crisi. Ragazze e ragazzi abituati a cavarsela che tra vergogna, delusioni, tristezza e ansia non perdono però la speranza in un futuro positivo.
“Ti è mai capitato di trovare la dispensa con poco cibo o vuota? Beh, sì però anche lì fai finta di niente… dici vabbè, aiuto io, cerco io di fare qualcosa e quindi racimoli quello che hai e dici vabbè mamma vado io al supermercato”. Sono le parole di Giorgia, 14 anni, una delle 66 interviste in profondità raccolte nel rapporto “Cresciuti troppo in fretta” lanciato oggi da ActionAid. Un’indagine della povertà alimentare osservata dalla prospettiva degli adolescenti tra 11 e 16 anni che vivono in famiglie che si rivolgono ad enti di assistenza a Corsico e Baranzate, in provincia di Milano, e a Siena. Un fenomeno strutturale che con la pandemia ha subito un’accelerazione. I “nuovi poveri”, famiglie che nonostante il lavoro, o la sua perdita e precarizzazione, si sono trovate improvvisamente in condizioni di indigenza. I più esposti sono i minori, soprattutto quando vivono in famiglie con più figli, e le persone straniere.
ADOLESCENTI. QUANDO IL CIBO E I SOLDI MANCANO. Crescere in fretta di fronte alle difficoltà economiche. È una matura comprensione e accettazione della realtà quella che traspare dalle risposte di ragazze e ragazzi, un senso di responsabilità eccessivo per la loro età, chi è più consapevole, infatti, esprime anche reazioni emotive più orientate verso la tristezza. Adolescenti che riconoscono quando è necessario fare delle rinunce e limitare desideri, fino a risparmiare ogni euro e mettere i propri soldi da parte per future spese. Ma in adolescenza poter uscire con gli amici o invitarli a fare merenda a casa, mangiare insieme una pizza, significa poter vivere una socialità come gli altri, non sentirsi esclusi, anche se non manca la solidarietà tra coetanei. Gli effetti psicologici rilevati della povertà alimentare sugli adolescenti sono molteplici: montagne russe di emozioni che oscillano fra tristezza, sentirsi arrabbiati, delusi e alla fine, comprensivi di quanto fanno i genitori per loro. Nonostante tutto, non hanno però perso la speranza. Alla domanda diretta su come vedano il proprio futuro, nessuno degli intervistati ha dato risposte pessimistiche.
QUANTI VIVONO IN POVERTÀ ALIMENTARE? Secondo i dati EUSILC, indicatore di grave deprivazione materiale, almeno 5 milioni e mezzo di persone oggi in Italia non possono permettersi di mangiare regolarmente un pasto proteico (con carne, pesce o un equivalente vegetariano). Nel 2022, solo la punta dell’iceberg si è rivolta agli enti di assistenza: circa 2 milioni e 856 mila persone (AGEA, il programma di aiuti alimentari del FEAD), la cifra più alta dall’inizio della pandemia, che però rappresentano la metà di quanti soffrono la povertà alimentare. Restano fuori dalle statistiche ufficiali quanti vivono al limite e rischiano di scivolare verso il disagio economico grave, anche a causa di spese improvvise, aumento dei prezzi, crisi energetica e rincari delle bollette di luce e gas. Come raccontano le famiglie intervistate del campione selezionato1 per cui il 74% è in ritardo con le bollette, l’87% non può affrontare spese extra e impreviste, il 42% dichiarano di non potersi permettere un pasto adeguato per sé e i propri figli.
“La povertà alimentare è ancora vista come solo una condizione di bisogno. Ma è molto di più che avere un frigo vuoto: ci racconta di vite svuotate di serenità, opportunità, soprattutto per gli adolescenti. Inoltre, è anche una violazione di un diritto umano fondamentale. Senza efficaci misure di contrasto alla povertà, la povertà alimentare continuerà a crescere. Misure come il Reddito di Cittadinanza, la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno Unico per i figli e quelle emergenziali del periodo pandemico sono state un utile argine, vanno rafforzate e estese per raggiungere tutti quei soggetti più esposti al rischio di povertà, come lo sono, ad esempio, i minori e gli stranieri” spiega Roberto Sensi, Responsabile Programma Povertà alimentare ActionAid Italia.
ActionAid dallo scoppio della pandemia si è attivata a Corsico e a Napoli per la distribuzione dei beni alimentari e sostenendo il Coordinamento Aurora per l’emergenza Covid-19 a Torino. La sua azione oggi prosegue al fianco dell’Associazione La Speranza di Corsico nell’aiuto a oltre 338 famiglie, circa 1006 persone, di cui 279 minori di 15 anni (dati fine 2021).
L’indagine ha visto la collaborazione di cinque realtà, quattro delle quali impegnate sul fronte dell’assistenza alimentare, una quinta sul sostengo alle famiglie straniere e al doposcuola per i figli: a Corsico con l’associazione La Speranza e a Baranzate con l’APS la Rotonda, a Siena con Caritas Diocesana di Siena, circolo Arci di Ravacciano e Corte dei Miracoli. La ricerca ha ricevuto supporto dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena.