Dallo scorso 31 marzo l’Italia è fuori dall’emergenza della pandemia. Tuttavia, siamo nel pieno di un’altra emergenza: quella generata dalle mancate prestazioni sanitarie per tutte le altre patologie, con particolare riferimento a quelle più gravi.
L’Osservatorio Salute Previdenza e Legalità Eurispes-Enpam vuole accendere i riflettori sull’impatto di questo fenomeno sul Sistema sanitario nazionale e soprattutto sul mancato diritto alla salute dei cittadini che rischia ulteriormente di acuirsi.
Le patologie dimenticate: le malattie non Covid-19
Già diverse realtà si sono attivate per denunciare e quantificare questo fenomeno. Nella fase emergenziale 1 (di totale chiusura), per quello che concerne il SSN, si è provveduto al blocco di tutte le attività non considerate emergenziali (ambulatoriale e di DH), e a ricoveri elettivi con esclusione di quelli oncologici. Vi è stata inoltre una diminuzione fino oltre il 50%, della richiesta di prestazioni per patologie acute come infarto del miocardio, ictus e chirurgia d’urgenza ed una mancata/ridotta assistenza per le patologie croniche, seguite in ambulatorio o nei DH (comunicazione al Ministero della Sanità del Collegio Italiano Chirurghi – giugno 2020).
A settembre 2021 la SIC, Società italiana di Chirurgia, parlava di 400.000 interventi di chirurgia generale e di un milione e trecentomila ricoveri annullati nel solo 2020, con un trend analogo nel 2021 per gli interventi specialistici, con circa un milione di operazioni congelate. Le liste di attesa rispetto al 2019 si erano allungate di ulteriori mesi: da 3 a 6. L’attività elettiva aveva subìto una contrazione di circa l’80%.
La Federazione Oncologi, Cardiologi, Ematologi (F.O.C.E), segnalava nei primi mesi del 2021 l’esigenza di vaccinare i pazienti fragili a prescindere dall’età anagrafica e i rischi connessi al rinvio di screening, di visite specialistiche e di interventi. L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), richiedeva un “recovery plan” contro i danni collaterali causati dalla pandemia.
A settembre, il Forum Permanente sul Sistema Sanitario Nazionale nel post-Covid, attesta, nel IV Report di Salutequità del giugno 2020, oltre 1,3 milioni i ricoveri in meno rispetto al 2019; saltati anche i ricoveri urgenti: -554.123. Il Rapporto evidenzia una riduzione dell’80% dell’attività chirurgica elettiva e fino al 35% di quella in urgenza. La chirurgia Generale, Otorinolaringoiatria e Chirurgia Vascolare sono state le aree particolarmente interessate, mentre i ricoveri di chirurgia oncologica hanno visto una diminuzione di circa l’80% dell’attività chirurgica elettiva. Ridotti anche del 15% i ricoveri per radioterapia e del 10% quelli per chemioterapia. Nell’ambito cardiovascolare il calo è stato di circa il 20%.
La stima, basata anche sui recenti dati AGENAS, è che i ricoveri in area medica per i pazienti cronici complessi e con riacutizzazione, si siano ridotti di circa 600.000 rispetto all’anno 2019. La specialistica ambulatoriale ha visto una contrazione di 144,5 milioni di prestazioni: circa 90 milioni di prestazioni in meno di laboratorio, 8 milioni in meno di prestazioni di riabilitazione, 20 milioni in meno di prestazioni di diagnostica. Gli screening oncologici hanno subìto numerose cancellazioni e ritardi, come ad esempio gli screening cervicali effettivamente realizzati (-43.4%), le mammografie effettuate (-37,6%), le colonscopie per i tumori del colon-retto (-45,5%).
Agenas “riconosceva” a metà 2021 che nel 2020 complessivamente 750.000 concittadini avevano dovuto rinunciare ad un intervento (-14% di quelli urgenti e -26% degli ordinari). Ancora ad inizio 2022 arrivava la denuncia del FoSsc, il Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani sulla mancata riattivazione degli screening oncologici e il mancato rafforzamento dei servizi di diagnosi e cura dell’emergenza-urgenza.
Le risposte all’emergenza delle mancate prestazioni sanitarie
Occorre segnalare che la Missione 6 del PNRR (per la riorganizzazione del Sistema Sanitario Nazionale) neanche nomina potenziali interventi per ripristinare quanto meno quello stato quo-ante nelle strutture ospedaliere che sarebbe decisivo per tornare ad erogare le più essenziali prestazioni ai cittadini. Ancora oggi (autunno 2022) la Missione 6 non ha le gambe su cui camminare, dato che latita ancora il nuovo Dm 70, e il Dm 77 è stato varato solo alla fine dello scorso giugno.
Le problematiche legate al recupero delle liste di attesa createsi nel periodo dell’emergenza Covid-19 sono state affrontate dall’allora Governo con il decreto-legge n. 104 del 2020 che prevedeva specifici stanziamenti, pari a 112,406 milioni di euro, destinati ai ricoveri ospedalieri, ed a circa 365,812 milioni di euro per il recupero delle prestazioni ambulatoriali. Nel decreto “Sostegni-bis”, convertito dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, è stato affrontato nuovamente il tema delle liste di attesa, al fine di consentire un maggior recupero delle prestazioni di ricovero ospedaliero per acuti in regime di elezione e delle prestazioni di specialistica ambulatoriali non erogate dalle strutture pubbliche e private accreditate nel 2020. Per l’attuazione di tali finalità le Regioni e le Province autonome possono utilizzare le risorse non impiegate nell’anno 2020.
Nella Legge di bilancio 2022, al fine di garantire la piena attuazione del Piano Operativo per il recupero delle liste di attesa è autorizzata la spesa per complessivi 500 milioni, di cui un importo massimo di 150 milioni, eventualmente incrementabile sulla base di specifiche esigenze regionali, può essere utilizzato per coinvolgere le strutture private accreditate.
Nel complesso, sui piani di recupero, tra 2021 e inizio 2022, sono stati stanziati quasi 1 miliardo di euro.
Al di là di nuovi fondi erogati che, anche nel caso della Legge di Stabilità 2022, come quelli precedenti in buona parte non sarebbero stati immediatamente utilizzati, ancora oggi troppo poco è stato fatto per ripristinare un’accettabile agibilità di ospedali e poliambulatori.
Controlli, visite, ospedalizzazione e rinunce. L’indagine Eurispes-Enpam
Si è cercato di indagare in che modo la situazione sanitaria abbia influenzato, nel corso dell’ultimo anno, il rapporto dei cittadini con il Sistema sanitario nazionale e la gestione del proprio stato di salute. L’indagine è stata realizzata su un campione di 2.026 persone rappresentativo della popolazione dai 18 anni in su, la rilevazione è avvenuta marzo e aprile 2022.
Il 44% del campione afferma di aver evitato di far visite di controllo per non frequentare luoghi a rischio di contagio Covid (ospedali, studi medici, ecc.). Un terzo degli intervistati si è visto rimandare un intervento chirurgico o una terapia per indisponibilità delle strutture sanitarie, poco meno, il 31,8%, ha incontrato difficoltà a trovare assistenza sanitaria dopo aver contratto il Covid, il 28,5% quando ha avuto un problema di salute ha rinunciato a visite e/o esami per timore di contagiarsi nelle strutture sanitarie.
Le proposte dell’Osservatorio Salute Previdenza e Legalità Eurispes-Enpam
Recuperare le prestazioni perdute e ripristinare il normale flusso dell’attività del Snn è certamente una delle sfide più importanti di fronte la quale si trova il nuovo Governo.
Per questo motivo, per affrontare il tema del recupero prestazionale per le patologie non Covid, l’Osservatorio Salute Previdenza e Legalità Eurispes-Enpam ha coordinato degli incontri con importanti esponenti del mondo clinico ed elaborato alcune raccomandazioni e suggerimenti sulle possibili modalità con le quali procedere. In particolare: incentivare una maggiore reattività delle Aziende sanitarie nel bed management nel liberare spazi, strumentazioni e sale operatorie, con specifiche linee guida del Ministero e una concreta azione di controllo degli Assessorati regionali, pur nel rispetto delle autonomie aziendali; recuperare, per le attività ordinarie la disponibilità di infermieri e assistenti sanitari e stabilire un piano straordinario impostato centralmente e gestito a livello regionale con il coinvolgimento strutturale della sanità convenzionata e accreditata in un’opera coordinata di recupero per lo screening e la diagnostica. La mobilitazione straordinaria della medicina generale per la compilazione di liste ed elenchi di priorità diagnostiche dei rispettivi assistiti risulta fondamentale, al pari di provvedere alla dotazione tecnologica degli studi dei medici di medicina generale secondo la Legge di stabilità del 2020, per renderli più performanti. Inoltre, si suggerisce il varo di una campagna di comunicazione istituzionale da parte del Ministero (ripresa sui mezzi locali dalle Regioni) che segnali la necessità/opportunità di tornare a effettuare controlli medici periodici.
Lo studio integrale è visualizzabile al link https://eurispes.eu/ricerca-rapporto/oltre-il-covid-19-il-sistema-sanitario-nazionale-di-fronte-al-tema-del-recupero-prestazionale/