Divampa il Qatar gate a Bruxelles con fior fiore di italiani coinvolti. Vedremo, chè per ora, fino a prova contraria da parte degli inquirenti e sentenza dei giudicanti, questi politici sono innocenti. Tristi i ricami che vengono fatti non tanto sui personaggi, ma sull’istituzione europea. Triste perché simbolo di squallore e ignoranza: come se ogni volta che un rappresentante delle istituzioni nazionali e locali fosse indagato, fosse ragionevole discreditare e delegittimare le specifiche istituzioni. Ma si sa, c’è una sorta di “conto aperto”, anche e soprattutto dalla generalità dell’attuale governo, nei confronti dell’Ue, e va da sé che i suoi megafoni mediatici facciano quello che loro chiamano informazione.
Occasione per capire come questo fatto, esteso a tutti i riccazzi dittatori della penisola arabica, e non solo, possa far parte della quotidianità. Ci sono modi e modi per comprare consenso e onore, e da quelle parti del Medio Oriente non vanno molto per il sottile.
Ci viene in mente, per esempio, un premio (le chiavi della città – 1) che di recente la città di Firenze ha elargito agli Emirati Arabi Uniti dopo che questi ultimi hanno donato tanti soldi per cosiddette opere benefiche.
L’unica differenza col Qatar gate sembra che tutto sia avvenuto alla luce del sole. Per cui: sarebbe lecito e onorevole ricevere soldi pieni di sangue e violenza se tutti lo sanno, ma non se si fa di nascosto.
In quest’ultimo caso, ovviamente, c’è la corruzione (a leggere gli interventi pro Qatar dei politici ora agli arresti, vengono i brividi), una cosa in più… ma forse la “cosa” comune ai due episodi sarebbe accettabile e lecita?
Perseguiamo la corruzione, ma valutiamo anche – umanamente, politicamente e giudizialmente – chi accetta e promuove il sangue e la violenza di questi nefasti Stati e personaggi.
Vincenzo Donvito Maxia