Mondiali di calcio, cardiologi: italiani esclusi ma con il cuore ‘in salvo’. Guardare la finale senza stress emotivo riduce i rischi cardiaci

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Lo suggerisce una recente revisione sistematica condotta dal Dipartimento di Medicina di Comunità dell’Hamad Medical Corporation di Doha (Qatar) e dall’Università del Cairo, pubblicata in concomitanza dei Mondiali sulla rivista Vascular Health and Risk Management e realizzata per identificare strategie utili a proteggere il cuore dei tifosi durante la competizione.

Lo studio ha analizzato la relazione tra lo stress emotivo sperimentato dalle persone durante la visione delle partite di calcio e il rischio di eventi cardiovascolari, mostrando un aumento sia negli uomini che nelle donne durante le partite, che invece possono influire positivamente sul cuore se l’evento sportivo rappresenta un momento di socialità e condivisione. 

A pochi giorni dalla finale, a voler cercare un risvolto positivo dell’assenza dell’Italia dai Mondiali, almeno un vantaggio c’è: il cuore degli italiani non rischia di fibrillare troppo come è avvenuto durante gli Europei dell’estate 2021, che determinarono un aumento dei casi della sindrome Takotsubo, o ‘sindrome del cuore spezzato’ che è in gran parte simile all’infarto, ma in assenza di coronaropatia ostruttiva. Infatti, se non si è tifosi sfegatati delle squadre in campo, il cuore è protetto dagli effetti negativi dello stress da match, che può aumentare fino al 30% il rischio di infarto, di ricoveri per una sindrome coronarica acuta e anche la probabilità della sindrome di Takotsubo. Lo dimostra una revisione degli studi sull’argomento pubblicata su Vascular Health and Risk Management in concomitanza con i Mondiali in Qatar, realizzata per identificare strategie utili a proteggere il cuore dei tifosi durante la competizione. I cardiologi italiani, riuniti a Roma per l’83° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC), sottolineano perciò che l’esclusione dell’Italia può essere positiva almeno per la salute cardiovascolare: ritrovarsi con gli amici per le partite del Mondiale senza la pressione del risultato può essere un toccasana per il cuore, perché consente di condividere momenti di socialità, riducendo lo stress e favorendo il benessere cardiovascolare.

 

Numerosi studi condotti negli ultimi anni hanno dimostrato con chiarezza che quando si assiste ai grandi eventi sportivi, con particolare attenzione alle partite di calcio durante le competizioni più importanti come la Coppa del Mondo,  aumenta il rischio di eventi cardiovascolari fatali e non fatali, durante il match e nelle ore successive  – spiega Ciro Indolfi, presidente SIC e Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Emodinamica dell’Azienda Ospedaliero Università Mater Domini di Catanzaro. Un lavoro di recente pubblicato sulla rivista Fronties in Cardiovascular Medicine, ha mostrato un aumento dei casi di sindrome di Takotsubo tra gli italiani durante gli ultimi campionati Europei nell’estate del 2021. “I cardiologi hanno confrontato i tassi di ospedalizzazione registrati nei reparti di cardiologia di 49 ospedali italiani, durante i 20 giorni degli Europei, con quelli relativi a un periodo precedente di analoga durata e ai due giorni successivi alla finale tra Italia e Inghilterra – spiega Indolfi – Nei giorni delle gare e in quelli successivi alla semifinale e alle finale, gli specialisti hanno registrato un aumento dei casi di sindrome di Takotsubo, 18 rispetto ai 13 del periodo precedente, con una maggiore  prevalenza al Nord (69%) e in maggior parte tra le donne (70%), con età media generale di poco superiore ai 60 anni. Anche al Mondiale in Germania nel 2006 – precisa l’esperto –   per esempio, si registrò un raddoppio degli eventi acuti durante le partite di calcio stressanti; al Mondiale in Inghilterra, nel 1998, i ricoveri per infarto miocardico acuto degli inglesi sono cresciuti del 25% quando la Nazionale anglosassone perse contro l’Argentina”.

 

Le emozioni intense, specialmente quelle negative, e lo stress da partita possono innescare problemi cardiaci durante e nelle ore successive all’evento sportivo perché, come aggiunge Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto SIC e Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Apparato cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli. “In queste circostanze si registra una tempesta neuro-ormonale che sarebbe la causa principale della forte pressione, a cui attraverso l’azione del sistema nervoso simpatico viene sottoposto il cuore. Al punto da non essere in grado, nei casi più gravi di pompare il sangue alla periferia. In aggiunta, in queste condizioni – precisa Perrone Filardi – una placca aterosclerotica ‘in bilico’ può rompersi più facilmente. Uno stress emotivo acuto provoca infatti un incremento considerevole e rapido del cortisolo, l’ormone dello stress: ciò può alterare il metabolismo del glucosio, favorire la rottura di placche aterosclerotiche, causare aritmie. Più un evento o un’emozione sono inattesi e intensi, più è probabile che il sistema cardiovascolare non riesca a compensare lo squilibrio che provocano”. 

 RACCOMANDAZIONI PER I TIFOSI

 Per diminuire il pericolo di guai per il cuore, i tifosi dovrebbero ridurre i comportamenti rischiosi e non salutari come il fumo, il consumo di cibi poco sani, l’eccesso di alcol, lo stare seduti a lungo e i comportamenti sedentari, ma anche dormire a sufficienza evitando la privazione di sonno durante un torneo come il Mondiale. Quest’anno il cuore degli italiani però è almeno più al sicuro e anzi, guardare la finale dei Mondiali senza temere una disfatta della Nazionale sarà al contrario d’aiuto per il cuore perché, come concludono Indolfi e Perrone Filardi“ritrovarsi con gli amici per le partite del Mondiale senza la pressione del risultato è positivo, perché tornare a condividere momenti di socialità dopo quasi tre anni di pandemia riduce lo stress a cui siamo stati sottoposti a lungo e favorisce il benessere cardiovascolare, in quanto allevia finalmente la solitudine di cui tutti abbiamo sofferto e che è molto negativa per la salute di arterie e vasi. Chi è già a conoscenza di una malattia cardiaca è bene però che eviti qualsiasi stress rilevante, indipendentemente dalla sua natura”.