Inchiesta Mafiabet: confiscati beni al ‘re delle scommesse’

Altro duro colpo per la criminalità organizzata in Sicilia, in particolare per il ‘re delle scommesse‘ già arrestato nel 2019 nell’inchiesta Mafiabet.

Il tribunale di Trapani ha infatti disposto la confisca di beni immobili e aziende riconducibili proprio a L., condannato a 18 anni in primo grado e atteso anche da tre anni e mezzo di sorveglianza speciale in carcere, come riporta Il Giornale di Sicilia, qualora la pena dovesse essere confermata anche in appello.

La storia di L. coinvolge i nomi più altisonanti della mafia siciliana, arrivando fino a Matteo Messina Denaro, considerato uno dei primi finanziatori della sua ascesa criminale. Secondo gli inquirenti, nel giro di pochi anni le famiglie mafiose di Castelvetro e Mazara del Vallo, legate al super boss Messina Denaro, avrebbero aiutato proprio l’imprenditore di Campobello a farsi largo nel mondo delle agenzie di scommesse.

In particolare, ai vari esercizi commerciali di Castelvetro e Mazara del Vallo sarebbe stata imposta l’installazione di device, macchine e apparecchi prodotti proprio dalla società di L., che ne avrebbe così tratto un enorme vantaggio economico. Guadagni dimostrati poi dalle perquisizioni nelle case appartenenti a L., dove sono stati trovati lingotti d’oro e contanti per centinaia di migliaia di euro.

Già arrestato nel 2019 e in attesa del processo di secondo grado, intanto L. deve quindi fare i conti con questo ulteriore provvedimento predisposto dall’autorità giudiziaria. Una confisca per un personaggio che è stato considerato dal tribunale anche “socialmente pericoloso” e a cui, a marzo, erano già stati sequestrati beni per circa 6 milioni di euro.

 

AGIMEG