Anche a Messina si è celebrato la Giornata nazionale della Bandiera. Il nostro Tricolore, come Bandiera nazionale, nacque, infatti, il 7 gennaio 1797, a Reggio Emilia, nello storico Congresso costitutivo della Repubblica Cisalpina. È simbolo di libertà e d’identità nazionale e fonda le sue origini nella lunga storia del nostro Paese.
Il verde, il bianco e il rosso sono i colori sotto i quali, e per i quali, molti italiani hanno lottato in difesa dei più alti valori e in cui, 226 anni dopo, tutti noi ci riconosciamo con orgoglio.
Nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca si è svolta la tavola rotonda su “Patria e Nazione per un Nuovo Risorgimento Italiano”.
L’evento, patrocinato dal Comune di Messina è stato organizzato dall’ANCRI – Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – per commemorare il 226esimo anno dalla nascita della bandiera nazionale italiana.
Dal primo tricolore, adottato su proposta di Giuseppe Compagnoni, a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 dal Congresso Cispadano, riunito per decretare la nascita della Repubblica Cispadana com-prendente i territori di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio, è nata la bandiera italiana, di ispirazione a quella francese introdotta nel 1789, nei colori del verde, bianco e rosso a bande verticali di uguali dimensioni, indicati dalla Costituzione Italiana all’art. 12, quale emblema della Repubblica ed espressione dei principi democratici di libertà, uguaglianza e solidarietà. L’importanza della nascita del tricolore, fu sottolineato dal discorso di Giosuè Carducci pronunciato a Reggio Emilia il 7 gennaio 1897 in occasione del primo centenario dell’istituzione della bandiera italiana. “Tornate, o giovani, alla scienza e alla coscienza de’ padri, e riponetevi in cuore quello che fu il sentimento, il voto, il proposito di quei vecchi grandi che han fatto la patria: l’Italia avanti tutto! L’Italia sopra tutto”.
Il vessillo nazionale della Repubblica Italiana rappresenta il simbolo di libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei valori della propria storia, nei principi di fratellanza, di eguaglianza e nel rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo, nonché “simbolo della Patria, dell’onore e dell’unità, e del ricordo dei suoi caduti e va difesa fino all’estremo sacrificio e ad essa vanno tributati i massimi onori” – giusto art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 545 del 18 luglio 1986.
I lavori, moderati dal commendatore Corrado Savasta, hanno visto, in apertura, i saluti istituzionali del Sindaco Federico Basile.
Il Presidente Regionale ANCRI Sicilia Pietro Bongiovanni ha ricordato la mission dell’Ancri: “Trasmettere ai più giovani i valori che sono sanciti dalla Costituzione affinché si rimanga uniti per affrontare le emergenze e la tutela dei principi che hanno fatto grande l’Italia. Proprio per questo organizziamo visite e incontri nelle scuole dove raccontiamo la storia gloriosa della Nazione. Storie di coraggio e di dedizione che ci dicono che spesso la storia è fatta dagli “umili” e ci aiutano a dissipare il buio che a volte s’impossessa di noi. Tutti facciamo qualche “bilancio” sull’anno trascorso, il bene fatto e quello omesso, le mancanze e le infedeltà, e magari qualche proponimento per l’anno che viene. Può forse succedere che con il passare del tempo, guardandoci intorno nel mondo delle notizie, diventi un po’ più impegnativo trovare motivi di speranza, di fiducia nel futuro, di coraggio nello spendersi. Ma per fortuna non mancano storie “belle” che ci fanno innamorare ancor di più del Tricolore. Storie quotidiane, di vita, di sport, di sudore e fatica”.
È proprio vero: c’è un popolo di “umili” di manzoniana memoria, che sono il motore nascosto della storia, raramente guadagnano le luci della ribalta, ma sono loro che fanno girare la storia verso un fine di bene, con i sacrifici nascosti, le lacrime trattenute, la santa pazienza e perseveranza nel portare avanti piccoli e grandi impegni a favore degli altri, nell’aiutarsi vicendevolmente.