I dati dell’inflazione e del mercato del lavoro rallentano la crescita dell’indice mensile di Confcommercio. Restano incertezze sull’andamento dei prezzi nei prossimi mesi.
L’indicatore del disagio sociale di novembre (guarda il link in pdf) fotografa il lieve rallentamento dell’inflazione e l’andamento stabile del mercato del lavoro. Il MIC di novembre 2022 si è dunque attestato su un valore stimato di 17,4, in diminuzione di due decimi di punto sul mese precedente. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella: “La stabilizzazione di queste due componenti non sembra preludere a un rapido ridimensionamento dell’indicatore. Permangono molte incertezze sulla possibilità di un rientro significativo, nel breve periodo, delle dinamiche inflazionistiche. A questo si aggiungono i rischi degli effetti negativi sull’occupazione derivanti dal rallentamento delle dinamiche produttive. Elementi che potrebbero determinare, nella migliore delle ipotesi, una stabilizzazione dell’area del disagio sociale su valori storicamente elevati”.
A novembre 2022 il mercato del lavoro ha mostrato modifiche marginali, a testimonianza di una scarsa vivacità dell’economia. Il numero di occupati si è ridotto di 27mila unità su ottobre, dopo un bimestre di recupero. Il numero di persone in cerca di lavoro ha continuato nel suo percorso di riduzione (-16mila unità in termini congiunturali). Queste dinamiche hanno comportato una minima riduzione del tasso di disoccupazione ufficiale (7,8%) con un incremento degli inattivi (+49mila unità su ottobre) e una lieve riduzione del tasso di disoccupazione esteso sceso all’8,7%.
Per quel che riguarda l’inflazione, a novembre i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione tendenziale dell’8,8%, in marginale riduzione rispetto all’8,9% del mese precedente. Le prime stime di dicembre indicano un leggero rallentamento nei tassi di crescita dei prezzi, che permangono su valori elevati. Le incertezze che dominano alcuni mercati delle materie prime, e la progressiva crescita dell’inflazione di fondo, rendono difficile immaginare l’inizio di un reale processo di rientro dei prezzi prima della tarda primavera.