“Matteo Messina Denaro conosce direttamente mandanti ed esecutori di stragi e omicidi avvenuti in questi anni, se decidesse di parlare, noi saremmo disposti a incontrarlo, ad ascoltarlo, purché dica la verità”…
Graziella Accetta, mamma del piccolo Claudio Domino, ucciso a Palermo il 7 ottobre del 1986, quando aveva soli 11 anni, ha deciso di rilasciare ad AP- profondimenti, blog di Avviso Pubblico, la sua riflessione in merito all’arresto del super latitante.
Nelle sue parole nessun accenno di odio o di vendetta, ma riconoscenza verso Carabinieri e magistratura per il risultato ottenuto ed una richiesta, indiretta, a chi tra i tanti segreti, potrebbe custodire anche quello relativo a mandanti ed esecutori dell’omicidio di suo figlio.
A nome anche di suo marito, Graziella Accetta, tiene a precisare che l’obiettivo delle loro giornate in questi lunghi 36 anni trascorsi nel dolore, non è stato attaccare lo Stato o sfidare la mafia, ma diffondere memoria, fiducia nella giustizia e speranza, soprattutto tra i ragazzi e le ragazze con i quali dialoga durante le iniziative nelle scuole.
Scrive nel pezzo: “La nostra vita l’abbiamo dedicata alla ricerca di una spiegazione, ma non solo, abbiamo provato a dare voce alla storia di molte altre vittime innocenti. Quasi ogni giorno io vado nelle scuole a raccontare di tante bambine e bambini uccisi. Li chiamo i “semini della legalità”, perché rappresentano la memoria e il futuro di una terra bellissima che non può avere come simbolo il sangue di chi l’ha macchiata”.
La cattura di Messina Denaro conferma il messaggio: un mafioso che ha diffuso paura, reverenza, odio su cui ha costruito ricchezze e potere, alla fine è stato chiuso in una strada senza uscita, privato del bene più prezioso, la libertà. Questo è il destino dei mafiosi. Se andassi nelle scuole a parlare della trattativa presunta che gli ha permesso di condurre questi trenta anni di latitanza, toglierei la fiducia fondamentale verso lo Stato che, seppur messa alla prova, noi non abbiamo mai perso.”
Come famigliare di una vittima innocente della mafia, non vuole che colui che ha partecipato e deciso l’omicidio di tanti altri uomini, donne e bambini, venga trattato senza pietà, ma, nel rispetto dei diritti, confida nella collaborazione, purché si giunga alla verità su connivenze e complicità.
Marca la differenza con i mafiosi che definisce “cannibali”, sostenendo: “La nostra non è, non sarà mai, sete di vendetta, ma richiesta di giustizia nel rispetto delle regole dello Stato. Noi non siamo cannibali, così definisco i mafiosi che hanno sparato ad una madre in attesa del proprio figlio mentre pregava in ginocchio che non uccidessero lei e il suo bambino. Se Matteo Messina Denaro è malato, deve essere curato, ma deve finire i suoi giorni in galera, soprattutto se non collabora. Noi non neghiamo i diritti a chi, pure, non ha avuto scrupoli nel negare la vita ai nostri cari. Anzi, io auguro a Messina Denaro di campare altri cento anni, in modo che, forse, possa convivere con i suoi fantasmi fino alla fine.”
Questo l’auspicio di Graziella Accetta, che conclude, rilanciando il suo impegno di speranza.
“Domani mattina ( oggi per chi legge ndr) andrò in una scuola della nostra bella città, Palermo, è l’anniversario del compleanno di Paolo Borsellino, non bado alle ricorrenze, ma sarà un ulteriore stimolo per ribadire agli studenti: il super latitante è stato preso, non servono feste, solo che continuiate a credere nelle istituzioni e nella giustizia. Dalla Sicilia al Trentino io proseguirò il mio impegno di sensibilizzazione con ragazze e ragazzi per dimostrare che la mafia si può combattere ogni giorno, scegliendo di stare dalla parte della bellezza, della legalità e della libertà.”
Per leggere il pezzo completo si rimanda al sito di Avviso Pubblico www.avvisopubblico.it dove troverete anche le riflessioni sull’arresto di Matteo Messina Denaro di Rosy Bindi, già presidente della Commissione parlamentare antimafia e dello storico Enzo Ciconte.