Palermo – Dire alle mamme bambine di Palermo che una vita diversa è possibile mediante un docufilm che le vede protagoniste e insegna loro a comprendere il mondo e se stesse. È l’obiettivo di “Assomigliami adesso”, il docufilm prodotto dall’associazione culturale Anteprima, co-finanziato nell’ambito del Piano Azione e Coesione – Avviso “Giovani per il Sociale ed. 2018” dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale.
Il progetto coinvolge alcune giovanissime mamme ospiti nelle strutture di accoglienza di Palermo, e si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno della maternità precoce. Le ultime riprese si svolgeranno nel fine settimana a Palermo. Il progetto prevede anche diversi laboratori scolastici aventi come tema educazione sessuale, educazione affettiva, confronto generazionale e stile di vita, qualità e scelte: i laboratori sono già stati avviati all’istituto Pietro Piazza, condotti dalla pediatra Serena Marchese e dagli psicologi Federica Lisciandrelli, Miriam Belluzzo e Pietro Iacono Quarantino, sotto la direzione logistica della dottoressa Laura Serretta.
Un progetto importante in una terra come la Sicilia, al primo posto tra le regioni italiane più segnate dal fenomeno delle mamme bambine nel 2021, ultimo dato disponibile fornito dall’Istat.
«Nel docufilm racconteremo diverse storie di mamme bambine – dice il regista Luciano Accomando – tra cui quella di una ragazza di 17 anni, mamma di due bambini, che vive in comunità. Vogliamo provare a far immaginare una vita diversa». “Assomigliami adesso” rientra così tra le attività di sostegno alla formazione educativa e didattica, finalizzate al rispetto dell’obbligo scolastico anche nell’ottica del rafforzamento dei legami generazionali, dell’inclusione sociale e delle capacità di apprendimento.
Il docufilm prodotto dall’associazione culturale Anteprima vuole dire a queste giovani che l’alternativa esiste. Insegnare alla adolescenti a esporre i propri desideri, senza dovere necessariamente rimanere nel limbo della periferia dove le bambine scappano via di casa in piena notte, libere, e ritornano spose, con piccole creature da allattare, con gli occhi tristi di chi quel destino non se l’è scelto, pure se lo ha fatto, perché chi nasce in periferia a volte non può scegliere, se non ha la forza sufficiente a reagire, la periferia risucchia.
«Nel lungo termine – osserva la presidente dell’associazione Anteprima, Marina Accomando – prevediamo una netta diminuzione della maternità precoce, dei casi di depressione clinicamente significativa nelle madri bambine e dei casi di abbandono scolastico».