“Solo lo scorso novembre, il presidente La Russa inviava al congresso di Arcigay un inatteso messaggio di saluto in cui si dichiarava “sempre in prima linea” nella difesa dei diritti. Oggi scopriamo che dietro quel singolare fervore, c’era la compassione di saperci, noi omosessuali, diversi da lui, un eterosessuale”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay.
“Certo – prosegue – la compassione non è uno schiaffo e a volte anima buone azioni. Spesso però anche quelle, nei fatti, cattive. E soprattutto la compassione, e quel “dispiacere” che ne è l’origine, sono sentimenti tossici che vediamo di frequente e che producono molta infelicità: non vogliamo criminalizzarli ma nemmeno legittimarli, perché hanno conseguenze e impatti spesso drammatici. Gli omosessuali, e le persone lgbtqi+ tutte, soffrono quella compassione: da mezzo secolo rispondiamo alla compassione, al disprezzo, al paternalismo, all’odio portando nelle strade il nostro orgoglio.
Perché noi abbiamo l’orgoglio di quello che siamo, non per vanità ma per necessità: è una questione di diritto alla felicità. Ci sono luoghi in cui i genitori possono imparare a non vergognarsi e a non dispiacersi dei propri figli, facendosi aiutare da altri genitori, o medici e professionisti. Il prerequisito è capire che quel dispiacere è un errore, la zavorra di una tara culturale. E questo è un prerequisito urgentissimo se parliamo di una persona che ricopre la seconda carica dello Stato. Proprio ieri Ilga ha diffuso il report annuale sulla condizione delle persone lgbti in Europa e in Asia: il 2022 è stato indicato come l’anno peggiore degli ultimi dieci, caratterizzato da un’impennata della violenza e del discorso d’odio, specie in ambiente politico e istituzionale. Quel discorso d’odio, ci spiega Ilga, si traduce fisicamente in violenza perché produce un clima che la legittima. In questo, aggiungiamo noi, la politica italiana da anni offre gli esempi peggiori”, conclude Piazzoni.