
βSpiace constatare che il governo non abbia fornito un riscontro rispetto alle proposte di modifica al Codice degli appalti che Libera, Avviso Pubblico, Legambiente insieme a Cgil avevano puntualmente proposto, chiedendo anche un confronto nelle sedi istituzionali competenti, per garantire la semplificazione delle procedure, trasparenza, partecipazione e qualitΓ delle opere da realizzare.
βCon le nuove norme che entreranno in vigore dal mese di luglio, il 98% degli appalti verrΓ assegnato senza quelle garanzie previste nelle gare dβappalto che sono state introdotte nel nostro ordinamento sulla base di unβesperienza pluriennale e concreta di prevenzione e contrasto allβillegalitΓ . Lβeccessiva semplificazione implica il rischio di un sensibile aumento della corruzione e delle infiltrazioni mafiose, soprattutto nei territori dove piΓΉ forte Γ¨ la pressione della criminalitΓ organizzata, come hanno attestato anche importanti rappresentanti della magistratura, delle forze dellβordine e dellβAnacβ.
Libera, Legambiente e Avviso pubblico esprimono così le loro forti preoccupazioni su quanto potrà accadere con investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla luce di quanto previsto dal nuovo Codice degli appalti approvato questa settimana dal Consiglio dei ministri.
βCondividiamo le osservazioni fatte dal presidente dellβAnac Giuseppe Busia e per le stesse ragioni β prosegue la nota β aderiamo alla mobilitazione promosso da Cgil e Uil per sabato 1Β° aprile. Nei pochi mesi che ci separano dallβentrata in vigore del nuovo Codice degli appalti, governo e Parlamento hanno ancora la possibilitΓ di accogliere le principali correzioni proposte da piΓΉ parti, a cominciare da quelle sulle soglie di affidamento diretto, troppo alte, sul dibattito pubblico e sulle clausole sociali, previste per garantire lavoro ai giovani e alle donne.
βNon puΓ² essere la legalitΓ , giΓ seriamente minacciata nel nostro Paese, come dimostrano le inchieste della magistratura, lo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose e le gravi minacce subite da decine di amministratori locali, a pagare il prezzo di una stagione decisiva di investimenti nelle opere pubblicheβ.