Se le domande sugli androidi di Korotkova spingono il visitatore in un futuro che non riesce ancora a fare suo, le opere di Maria Pogorzhelskaya danno la conferma della gioia di vivere tramite gesti semplici come quello di prendersi cura di sé, una pittura quasi abbozzata, dove i soggetti si sentono liberi nei loro spazi perché non sanno di essere visti.
“Le mie opere trattano la voglia di esplorare data da un’estetica che esiste solo nei nostri cuori. Con esse dichiaro la bellezza e il divertimento necessari nella vita di tutti”. La gioia diventa festa attraverso una vibrante palette di colori pastello nelle opere di Dodo Marzipano. Qui stravaganza ed elementi “vintage” si fondono per creare scene nostalgiche di legami umani che, come dice Dodo Marzipano, esistevano solo come idea. Attraverso i suoi dipinti, l’artista riesce a far riflettere sull’importanza della felicità nella vita di tutti i giorni, esprimendola in modo elegante ma forte e affermativo.
I toni cambiano e lasciano spazio ad una riflessione più sociale e politica nelle tele dell’artista spagnolo Victor Pastorche mostrano gruppi di persone riunite, dove un essere prevale su tutti. È una denuncia sulla manipolazione che si subisce da chi sta in cima, da un’educazione alla vita che in fondo giova a pochi eletti. Victor esprime il suo disaccordo nei confronti della società: “Qualcosa non funziona correttamente nel sistema in cui viviamo, credo fermamente che, come individui, abbiamo l’obbligo di analizzare queste informazioni, metterle in discussione, insomma, questi quadri criticano un mondo sempre più remissivo, monotono e intrappolato da un feroce capitalismo”.
“Le trappole per quanto vengano imposte dall’alto a volte senza accorgercene ce le imponiamo noi stessi, pensiamo alla perfezione dell’immagine che vogliamo dare agli altri di noi stessi”. È qui che la pittrice Chantal Van Houten focalizza il suo lavoro. Afferma: “C’è sempre un messaggio nei miei dipinti. Alcune volte è chiaro altre invece è oscuro. Cosi obbligo lo spettatore a guardare attentamente la tela, ma questo è il bello. Voglio che le persone sperimentino la confusione. I volti fanno riferimento alla società odierna, il contrario di quello che vediamo sui social, dove tutto è reso impeccabilmente luminoso”. È un chiaro invito a togliere le maschere e a non avere paura di un’opinione cruda perché la nostra anima vince sull’aspetto estetico.