Il problema della comunicazione e, ancor più quello della non-comunicazione, è costituito dall’inganno della comprensione reciproca fondato irrimediabilmente sulla vuota astrazione delle parole. Come nel pensiero pirandelliano, gli esseri umani sono condannati nella comunicazione ad uno scambio di segni e di simboli al quale non sempre corrisponde uno scambio di significati.
La comunicazione finisce quindi con l’essere del tutto vuota e priva di significato, mentre le parole con le quali ci illudiamo di comunicare ci inchiodano inevitabilmente alla solitudine e all’estraneità reciproca: abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci se nelle parole che io dico metto il senso e il valore delle cose che sono dentro di me, mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume col senso e il valore che hanno per sé del mondo che egli ha dentro? Crediamo di intenderci; ma non ci intendiamo mai!