I dati sulle vendite al dettaglio di marzo dimostrano l’effetto che ancora oggi l’inflazione provoca sulle famiglie italiane. Lo afferma Assoutenti, commentando i dati sul commercio diffusi dall’Istat.
“Per affrontare il caro-prezzi le famiglie continuano a tagliare le spese primarie come gli alimentari – spiega il presidente Furio Truzzi – Le vendite nel comparto alimentare registrano infatti a marzo una contrazione annua in volume del -4,9%, contro un aumento in valore del +7,7% determinato dal forte rialzo dei listini nel settore. Al netto dell’inflazione, questo significa che la spesa alimentare degli italiani cala complessivamente per 7,1 miliardi di euro su base annua, con una riduzione media di -377 euro se si considera un nucleo con due figli”.
“E’ una vergogna che milioni di italiani per arrivare a fine mese siano costretti a tagliare la spesa per il cibo – prosegue Truzzi – Riteniamo che il Governo debba intervenire inserendo la questione “prezzi” come priorità della propria agenda politica, varando un apposito decreto “anti-inflazione” contenente misure specifiche volte a contrastare il caro-prezzi, dal rafforzamento del Garante dei prezzi e della commissione di allerta rapida sui prezzi all’inasprimento delle sanzioni contro gli speculatori, fino ad arrivare ad un azzeramento dell’Iva sui generi di prima necessità”.