La nuovabussolaquotidiana per la penna di Stefano Chiappalone, ricorda a venticinque anni dalla scomparsa Regine Pernoud, la grande storica francese, che ha studiato a fondo i dieci secoli del Medioevo.
“È provvidenziale che non sia stato uno storico ma una storica a sfatare le varie leggende nere sulla condizione femminile in quei “secoli bui” che lei definiva invece il “tempo delle cattedrali”. (Stefano Chiappalone, “Regine Pernoud: il Medioevo oltre i pregiudizi”, 22.4.23, lanuovabq.it) La storica francese moriva esattamente 25 anni fa a Parigi, il 22 aprile del 1998, all’età di 89 anni, dopo una vita trascorsa negli archivi, a diretto contatto con i documenti con i quali poteva vantare una familiarità maggiore di alcuni storici, cui non risparmiava critiche, dicendo che scrivevano libri basandosi su altri libri piuttosto che sulle fonti.
E’ nata nel 1909 a Château-Chinon e cresciuta a Marsiglia, conseguì il diploma di laurea in lettere all’Università di Parigi, diplomandosi anche all’École nationale des chartes e all’École du Louvre. Conservatore al Museo di Reims, poi al Museo della Storia di Francia, e quindi agli Archivi nazionali francesi. Alla sua intensa ricerca, basata sulla documentazione, ha saputo coniugare una capacità divulgativa dei suoi studi, che ne permette la lettura anche a chi sia infarcito di luoghi comuni su quel Medioevo tanto vituperato quanto poco e mal conosciuto. Pernoud ha scritto ottimi libri sulla storia medievale, come non ricordare “Luce del Medioevo”, uno dei primi libri che ho letto, io possiedo una copia della gloriosa casa editrice Volpe del 1978, con la presentazione del prof. Marco Tangheroni.
Possiedo anche una copia della casa editrice Gribaudi, del 2000 con una presentazione del compianto monsignor Luigi Negri. Da segnalare, “La donna al tempo delle cattedrali”, “Medioevo un secolare pregiudizio”, “I Templari”, “I Santi del Medioevo”, le biografie su Giovanna d’Arco, Eleonora d’Aquitania, Eloisa e Abelardo e molti altri testi che hanno scavato oltre i pregiudizi tuttora vivi in chi si accosta al millennio medievale.
Quante volte abbiamo sentito esclamare siamo “tornati al Medioevo”, oppure “sei medievale”, tutte frasi utilizzate come una clava per demonizzare l’avversario. O per dire che siamo come i Paesi dove vige il fondamentalismo islamico. “Peccato che a guardare affreschi e miniature medievali si faccia un po’ fatica a trovare donne col burka. Regine Pernoud ci ricorda che le donne al potere le ha inventate il Medioevo, non certo noi”.
Chiappalone ricorda alcune donne a capo di governo nei cosiddetti “secoli bui”. Andiamo “dalle bizantine Irene e Teodora alla polacca Edvige, passando per Melisenda di Gerusalemme, Costanza d’Altavilla, Matilde di Canossa e via tutto un pullulare di regine che oggi neanche ci sogniamo”. Ma non si finisce con le regine, poi ci sarebbero le badesse come Ildegarda, investite di influenza sociale e culturale oltre che religiosa, e di tante altre figure femminili il cui ruolo sarebbe stato impensabile nell’antichità, notava la Pernoud, secondo la quale addirittura «nel Medioevo le donne leggevano più degli uomini». A questo argomento ho dedicato un mio studio, qualche anno fa, recensendo lo splendido libro della storica francese, “La donna al tempo delle cattedrali”. Stupidamente alcuni pseudo storici hanno sostenuto che nel Medioevo le donne non avessero l’anima, è una delle più note “favole” o leggende nere raccolte dallo stupidario contemporaneo. “E così per secoli si sarebbero battezzati, confessati, ammessi all’Eucaristia deli esseri sprovvisti di anima!», obiettava la Pernoud, facendo inoltre notare che i primi martiri canonizzati sono proprio donne: Agnese, Cecilia, Agata… (basterebbe la lista di donne enumerate nel Canone romano, preghiera eucaristica risalente al IV secolo)”. Ma poi c’è il grande culto tributato alla Madonna.
Certo il nostro intento non sarà quello di voler dimostrare a tutti i costi che leggendo i testi della Pernoud vogliamo sostituire la cosiddetta leggenda nera sui secoli del Medioevo con una leggenda rosa. Sappiamo che ogni epoca è costellata dal male, dal peccato, dai difetti sempre presenti in ogni epoca storica. Tuttavia, a chi si ostina a bollare acriticamente il Medioevo con l’etichetta di “barbarie e oscurantismo” rispondiamo con Régine Pernoud: «È l’unica epoca di sottosviluppo che ci abbia lasciato delle cattedrali».
DOMENICO BONVEGNA
dbonvegna1@gmail.com