Rho – La pioggia della notte scorsa non ha fermato la Sagra di San Vittore: il Sindaco Andrea Orlandi, affiancato dall’assessora all’Ambiente Valentina Giro, il prevosto Gianluigi Frova, con il presidente del Distretto agricolo della Valle Olona Giuseppe Caronni, il presidente di Coldiretti Enzo Locatelli e il presidente della Famiglia Rhodense Adriano Mauri hanno inaugurato la sagra alle 9.30 ricordando le radici agricole della città e l’importanza di non prescindere mai dai valori che ci permettono di guardare al futuro senza perdere umanità. Erano presenti il vicesindaco Maria Rita Vergani, il presidente del Consiglio comunale Calogero Mancarella, l’assessore Paolo Bianchi.
Giuseppe Caronni ha illustrato l’iniziativa, ricordando la storia della città: “Il nostro territorio è diventato manifatturiero ma i nostri nonni facevano quasi tutti gli agricoltori – ha spiegato il presidente del D.a.v.o. – Diamo il via a questa sagra organizzata con Coldiretti e Famiglia Rhodense e tante associazioni, ringrazio il Comune che ci supporta, il prevosto e le forze dell’ordine presenti. Il mondo agricolo locale è qui ed è sempre pronto a collaborare per rendere la città viva e partecipata”.
Enzo Locatelli ha voluto spostare l’attenzione sulle battaglie in difesa dei prodotti a chilometro zero: “Siamo presenti qui e da domani a TuttoFood in Fiera portando avanti il nostro impegno a tutela della agricoltura made in Italy, noi siamo contro il cibo sintetico. L’agricoltura del nostro Paese è al primo posto come qualità, vorremmo che tutti ci sostenessero in questa battaglia”.
Adriano Mauri ha richiamato l’aspetto culturale di questa manifestazione: “L’abbiamo voluta qui, in centro, luogo di trattative per la vendita di merci e animali fin da tempi lontani e fino agli anni Sessanta. In via De Amicis erano rimasti a lungo gli anelli a cui erano legati gli animali, in piazza avveniva lo scambio di pollame e Rho era nota come città delle oche”.
Al Sindaco Andrea Orlandi complimentarsi per la riuscita dell’evento: “Vedo una piazza piena di prima mattina, i rhodensi si alzano presto. Come le immagini del passato ci testimoniano, la piazza è luogo di incontro e relazioni, ma anche di scambi. Qui tornerà il mercato durante il cantiere di piazza Visconti, là dove sostavano le antiche bancarelle troveranno collocazione gli ambulanti in modo provvisorio – ha detto il primo cittadino – Ringrazio chi ha organizzato il ricco programma della sagra e le aziende agricole del territorio, Rho ha una forte vocazione agricola. Avere gli agricoltori in piazza ci riavvicina ai valori base di una comunità: il primo valore è l’acqua, il secondo l’agricoltura. Senza di esse non si costruisce nulla. Abbiamo tanto invocato la pioggia e ora ha rischiato di rovinare la festa, ma in realtà la gente non manca e questo momento permette di ricordare a tutti le nostre radici e il bisogno di compiere scelte importanti, privilegiando i prodotti locali: così, sulle nostre tavole, avremo prodotti di qualità”.
“A due chilometri da qui, in Rho, sta crescendo un centro mondiale di eccellenza per la ricerca scientifica, io credo che occorra dare umanità a tutto questo – il pensiero del prevosto don Gianluigi Frova – Anche la Sagra di San Vittore è una occasione per far sapere a tutti, compresi i ricercatori stranieri, che la scienza non dà risposte su tutto e che le radici devono rimanere completamente umane. Il cibo locale sia un biglietto da visita per Mind, un progetto meraviglioso ma che non deve oltrepassare i limiti dell’umano. Voi agricoltori continuate a coltivare terra, allevare animali, fare il pane: questo rende l’intero territorio più umano”.
Dopo la benedizione di animali e mezzi agricoli (compreso un mezzo della Protezione civile), al taglio del nastro sono stati protagonisti 4 bimbi presenti in piazza: Martina, Samuele, Alessandro e il chierichetto Alessandro.
Fino al tardo pomeriggio in piazza San Vittore, dove l’8 maggio si celebrerà il Santo patrono di Rho con la messa solenne delle 18.30, sono rimaste bancarelle con prodotti a chilometro zero, animali della fattoria, i giochi di una volta, i mezzi agricoli, piantine e fiori.
Tanti rhodensi ne hanno approfittato per scoprire le realtà locali, far giocare i bambini con gli asini e con i giochi di una volta, divertirsi con le danze popolari dei Ballabiott. La risottata finale, viste le previsioni, è stata anticipata tra le 17. 30 e le 18: un gran finale con uno dei piatti più tipici della cucina locale.