Per chi lotta contro i crimini di natura, la posizione geografica e la morfologia del nostro paese non sono elementi favorevoli: l’Italia è, infatti, un crocevia particolare per le attività criminali illegali e organizzate che possono sfruttare rotte terrestri, aeree e marittime per spostare merci illegali attraverso i confini o approfittare dei numerosi porti e aeroporti.
Quelli marittimi, a esempio, sono generalmente utilizzati per spedire grandi volumi di merci non deperibili come legname, animali morti (ad esempio pinne di squalo, cetrioli di mare e cavallucci marini) o parti di animali (ad esempio scaglie di pangolino e avorio) ma anche animali vivi come piccoli mammiferi o rettili. I porti italiani di Genova e Trieste sono noti porti di destinazione nel movimento illegale specie protette non solo animali ma anche vegetali, come il legname. Poiché il commercio internazionale di alcuni di questi prodotti è proibito, i contrabbandieri li occultano oppure li dichiarano in maniera fraudolenta come merci consentite.
Il nostro paese è al centro del Mediterraneo, vicini al Nord Africa e ai Balcani: i nodi strategici chiave che gestiscono enormi volumi o numeri di merci sono i porti di Trieste, Genova, Livorno, Gioia Tauro e l’interporto di Verona (il secondo interporto in Europa). Sia il porto di Trieste che il porto di Genova gestiscono ciascuno più di 52 milioni di tonnellate di volume di merci ogni anno. Questi due porti sono luoghi strategici chiave che collegano il Mediterraneo al Nord Europa via terra, ma anche il porto di Genova collega l’Europa con l’Oriente (Cina in primis). Questi porti sono anche ben collegati alla rete logistica e questo consente sia ai commercianti, sia ai trafficanti illegali, di trovare supporto locale.
Anche gli aeroporti sono un passaggio sfruttato dai trafficanti: un rapporto di TRAFFIC mostra che l’Italia è uno dei primi nove paesi di destinazione e di origine per il commercio di fauna selvatica attraverso gli aeroporti. Purtroppo siamoun vero e proprio hub per molte attività criminali organizzate e fungiamo da paese di origine, transito e destinazione per diversi prodotti tra cui contrabbando di sigarette, attraverso Napoli e il Friuli-Venezia Giulia, traffico di stupefacenti e traffico illecito di rifiuti. Insieme alla ‘Ndrangheta, i gruppi cinesi sono stati riconosciuti come il secondo gruppo organizzato criminale più coinvolto il cui interesse si espande in tutto il Paese.
L’Italia ha un fiorente mercato illegale di fauna selvatica, trainato dalla domanda nazionale e transnazionale. La maggior parte dei reati perpetrati in Italia riguarda la fauna omeoterma, in particolare gli uccelli. Inoltre la geografia dell’Italia lascia spazio a reati legati alla pesca e ad altre specie che vengono importate, trasportate ed esportate sfruttando i numerosi porti. In questo contesto appare difficile riuscire ad applicare le politiche e i regolamenti dell’UE esistenti. È certamente necessario raggiungere una maggiore consapevolezza dei fenomeni e degli impatti arrecati e un conseguente rafforzamento delle normative.
Anche gli aeroporti sono un passaggio sfruttato dai trafficanti: un rapporto di TRAFFIC mostra che l’Italia è uno dei primi nove paesi di destinazione e di origine per il commercio di fauna selvatica attraverso gli aeroporti. Purtroppo siamoun vero e proprio hub per molte attività criminali organizzate e fungiamo da paese di origine, transito e destinazione per diversi prodotti tra cui contrabbando di sigarette, attraverso Napoli e il Friuli-Venezia Giulia, traffico di stupefacenti e traffico illecito di rifiuti. Insieme alla ‘Ndrangheta, i gruppi cinesi sono stati riconosciuti come il secondo gruppo organizzato criminale più coinvolto il cui interesse si espande in tutto il Paese.
L’Italia ha un fiorente mercato illegale di fauna selvatica, trainato dalla domanda nazionale e transnazionale. La maggior parte dei reati perpetrati in Italia riguarda la fauna omeoterma, in particolare gli uccelli. Inoltre la geografia dell’Italia lascia spazio a reati legati alla pesca e ad altre specie che vengono importate, trasportate ed esportate sfruttando i numerosi porti. In questo contesto appare difficile riuscire ad applicare le politiche e i regolamenti dell’UE esistenti. È certamente necessario raggiungere una maggiore consapevolezza dei fenomeni e degli impatti arrecati e un conseguente rafforzamento delle normative.
Il progetto internazionale SWiPE a cui collabora il WWF Italia, cerca di colmare queste lacune anche grazie alla collaborazione di enti, istituzioni e la rete ‘giuridica’ di avvocati volontari specializzati in reati ambientali.
WWF