Messina – Sindaco Federico Basile: prevenire piuttosto che curare. Per il mal di pancia dei consiglieri comunali, i cattivi pensieri del Comitato Salviamo Galati Marina o il territorio in genere. Il principio è lo stesso, le tecniche sono infinite. La maggioranza di Basile perde i pezzi, che fare? Le case di Galati o Santa Margherita sono a rischio per le forte mareggiate, qual è la cura? Il Consiglio comunale rischia il collasso, come intervenire?
A ogni emergenza le scuole di pensiero dei cosiddetti cervelli pensanti s’interrogano, si confrontano, mentre c’è chi si chiede, azzardando tesi estreme, se non sarebbe meglio lasciare ai colonnelli della politica le loro beghe, la loro arroganza, addirittura le loro bugie. Messina, grazie a Cateno De Luca, torna a essere un caso. E si ricomincia a parlare del male che corrode i Palazzi, che sgretola amicizie e matrimoni, che riduce in polvere fedeltà e strette di mano, quasi si trattasse di rosoni e cornici. Mentre Scateno De Luca fa melina e con lui il sindaco Basile, qualche altro consiglia: spaccare le fondamenta di una Amministrazione incapace di governare la città piuttosto che curare. Insomma, per farla breve: se la città, il Comune, il territorio fossero oggetto di una manutenzione costante, non ci troveremmo di fronte a questi problemi. Eppure basterebbe in questi casi – passateci il termine da semplici operai della parola – tirare su un ponteggio, ripulire le superfici, controllare i punti a rischio, tamponare falle di ordinaria amministrazione, per evitare poi interventi lunghi e costosi.
Sembra banale ma è così.
I restauri in politica più sono radicali più sono dannosi per i cittadini. In verità, questa città scartata dalle Istituzioni dovrebbe essere sottoposta a check up costanti, con piani di manutenzione ben definiti e a scadenze regolari: dalla sanità al territorio; dalla cultura allo sport. La nostra potrà sembrare una tesi provocatoria, forse in contraddizione con le tendenze attuali, che vuole, certi salotti cittadini, baciare le mani di chi non si può o non si vuole, combattere. Quando si dice che la situazione è grave e che ci vorrebbero fiumi di soldi, si esagera. E’ vero, tutto il territorio avrebbe bisogno di essere messo in sicurezza o che i servizi erogati dal Comune o dalla Regione non sono sempre all’altezza, ma non è vero che i soldi mancano sempre. Il punto è come si spendono. Eccesso di indagine? Come sono stati utilizzati tutti quei finanziamenti che avrebbero dovuto rilanciare la città? Che avrebbero dovuto collegare luoghi e territori? Come sono state usate le somme stanziate per ripulire torrenti e colline o giusto a punto, mettere in sicurezza il litorale di Galati/S. Margherita?
Non c’è dubbio che queste domande, questi dubbi rappresentano una sintesi giornalistica perfetta; che una volta date le indicazioni e i voti al rendimento degli attori protagonisti – politici, imprenditori, controllori – sarebbe quasi inutile raccontare la città. Ma credo ci siano anche pochi dubbi sul fatto che rappresentino uno dei più clamorosi atti di presunzione della nostra categoria. O se preferite, un colossale, sproporzionato investimento sulla buona fede e l’intelligenza di chi subisce le storture di una classe dirigente.
E allora? E’ evidente onorevole De Luca, signor sindaco Basile, che c’è qualcosa che non va nel vostro modo di intendere la politica: per carità, tutti possono sbagliare. Forse è vero, ma noi giornalisti che dovremmo controllare uomini e cose per difendere chi non ha voce, meno degli altri e tenendo sempre presente che perseverare è diabolico.