Anche per il 2023, giugno è il mese del Pride, quello in cui in tutto il mondo si celebrano l’orgoglio e le battaglie della comunità lgbtqi+. Riparte quindi anche l’Onda Pride, la grande mobilitazione messa in campo da Arcigay e dalle altre associazioni lgbtqi+ italiane, unica al mondo perché moltiplica le parate dell’orgoglio nei grandi e nei piccoli centri, in tutto il Paese.
Dopo l’anteprima dello scorso 8 aprile a Sanremo, che ha ricordato la protesta del 1972 contro il convegno “Sesso e società”, scintilla che fece nascere il movimento lgbtqi+ in Italia, sono 51 i Pride che da domani al 16 settembre si avvicenderanno in altrettante città italiane, in tutte le regioni. A tagliare il nastro, sabato 27 maggio, saranno l’Alessandria Pride (concentramento alle 15 in corso Crimea angolo Corso Roma), il Novara Pride (partenza da Largo Pastore alle 15), e il Piacenza Pride (ritrovo alle ore 15 presso i giardini Margherita). Il sabato successivo, il 3 giugno, il Pride arriverà a Trento, Padova e Pavia.
Il 10 giugno appuntamento ad Avellino, Cuneo, Foggia, Dolo, Genova, Lecco, Pordenone, Roma e Messina, mentre il 17 giugno si sfilerà a Bari, Bergamo, Catania, La Spezia, Mantova, Civitanova Marche, Parma, Torino, Treviso, Varese; il 24 giugno manifestazioni a Cagliari, Chieti, Milano, Palermo, Perugia, Taranto, Venezia, mentre Reggio Emilia avrà il suo Pride domenica 25 giugno. Il calendario di luglio si apre già il 1° del mese con le parate di Bologna, delle isole Egadi, di Lecce, Napoli, Ragusa e Siracusa, poi sabato 8 luglio sarà la volta di Firenze, Latina e Verona, che passeranno il testimone il 15 luglio a Belluno, il 22 luglio a Matera e Reggio Calabria e il 29 luglio a Campobasso. Ad agosto un solo Pride, il 6 a Rimini, mentre a settembre si riparte il 2 con Brescia e si prosegue il 9 a Taormina, per poi concludere l’onda il 16 settembre a Monza e a Scafati.
“Scendere nelle strade quest’anno ha un significato e un’urgenza particolari”, dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che prosegue: “la battuta d’arresto ma addirittura le numerose retromarce che il nostro Paese ha fatto in tema di riconoscimento dei diritti delle persone lgbtqi+ meritano una grande mobilitazione. Ma non solo: lo meritano tutte le vite e le soggettività che questa politica e questo governo in particolare tratta come meno uguali, comprimendo libertà e diritti ed esercitando oppressione se non addirittura violenza. I Pride sono un grande polmone che dà ossigeno alle persone, un esercizio che mette alla prova le democrazie, interpellandole sull’uguaglianza e le pari opportunità, architravi sulle quali dovrebbero fondarsi”.
Durante tutta la stagione dei Pride le manifestazioni dell’orgoglio e della visibilità lgbtqi+ risuoneranno al grido di “I Pride chiamano l’Italia. Stessi doveri, stessi diritti”, un flash mob collettivo attraverso il quale milioni di persone chiederanno al Paese e alla cittadinanza tutta di schierarsi dalla parte dei diritti. Tutte le info e le adesioni nella nota in allegato. Sull’Onda Pride, invece, le info sono sul sito www.ondapride.it.