Il sistema si basa sulle premonizioni di tre individui dotati di poteri extrasensoriali amplificati tecnologicamente, detti Precog. La polizia così, riesce a impedire gli omicidi prima che avvengano e ad arrestare i potenziali “colpevoli”. Il film, tratto dall’omonimo racconto di fantascienza di Philip K. Dick e uscito nelle sale nel 2002 col titolo di: “Minority Report”. Protagonista della pellicola Tom Cruise diretto da Steven Spielberg.
Nel film, la possibilità di “prevedere” gli omicidi è “normale”, in una società dove la tecnologia ha plasmato la nuova umanità. Ma resta un dubbio, ed è su quello che si sviluppa la storia, e cioè, attraverso la Precrime non viene punito il fatto (il reato che non avviene), bensì l’intenzione di compierlo e che porterebbe a concretizzarlo.
Mi ricorda la “polizia del pensiero” orwelliana in 1984… L’idea di poter prevenire i crimini, anche se non abbiamo i Precog, è venuta agli scienziati dell’Università di Chicago oltre 1 anno fa. Hanno creato un algoritmo, che prevede il crimine con una settimana di anticipo ed una accuratezza del 90%.
Gli algoritmi, ovviamente, sono creati dagli umani, così come la AI e quindi… vi metto il link così, se vorrete potete scoprire cosa è accaduto.
In Italia non stiamo certo a guardare, si chiamerà Giove, e tecnicamente è un “sistema di elaborazione e analisi automatizzata per l’ausilio alle attività di polizia”. In realtà si tratta del primo sistema di “polizia predittiva” destinato alle questure di tutta Italia per prevenire e reprimere i reati a maggior impatto sociale.
Adesso provate a immaginare le piattaforme delle “smart city”, dove tutte le nostre città sono costantemente monitorate insieme alle persone che ci vivono, abitano, lavorano, attraverso il sistema di riconoscimento facciale, considerate inoltre, che con le Ztl si è sempre monitorati mentre con le “città di 15 minuti” ogni spostamento sarà registrato. Considerate inoltre, che già adesso, siamo obbligati a fare la carta d’identità digitale e che averla dobbiamo lasciare le nostre impronte digitali, così anche per i nostri figli minorenni.
Infine considerate la moneta elettronica, gli e-wallet, i limiti di CO2 che non si potranno superare, la socialità a punti, dove i servizi saranno subordinati alla morigeratezza con la quale ci si approccerà al sistema. Bene (si fa per dire) adesso mettete insieme il tutto e provate ad unire i puntini.
Sta accadendo, lo stiamo vivendo in diretta. Non è un film. Ma non preoccupatevi, le “smart city”, servono per farci vivere meglio le nostre città, per l’ambiente, il clima, e tante altre bellissime cose. E poi, se “non avete nulla da nascondere” di cosa vi preoccupate.
bilgiu