Spoleto – Non c’è solo classica al Festival dei Due Mondi. Insieme alle residenze di Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Budapest Festival Orchestra, il concerto inaugurale dedicato a Leoš Janáček e il ritorno dell’opera con Pelléas et Mélisande di Claude Debussy, gli animali in musica dei concerti di mezzogiorno e Harawi di Olivier Messiaen, sono in arrivo anche il blues dell’artista afroamericano Lonnie Holley, le potenti voci di Imany e Rhiannon Giddens, l’elettronica di Max Cooper.
L’artista afroamericano Lonnie Holley, affiancato dal duo Nelson Patton, porta a Spoleto66 il potere rivoluzionario delle sue visioni (24-25 giugno, Auditorium della Stella): celebre per le sculture in pietra arenaria e oggetti di recupero, è anche musicista d’avanguardia. Le sue opere d’arte fanno da contorno a sonorità crude e appassionate.
Fra i nomi più prestigiosi dell’elettronica mondiale, Max Cooper arriva a Spoleto con una potente performance (28 giugno, Teatro Romano). Oltre al suono, Cooper controlla dal vivo le immagini proiettate sullo sfondo del Teatro Romano, guidando lo spettatore in un viaggio multisensoriale e immersivo, fatto di imponenti sonorità e visual ipnotici.
Il secondo Weekend si apre con la potente voce di Imany – “fede” in swahili e nome d’arte di Nadia Mladjao, in Piazza Duomo con il suo concerto-spettacolo Voodoo Cello (1° luglio). Nata a Marsiglia da una famiglia originaria delle Isole Comore, Imany incanta il suo pubblico con composizioni ispirate a soul, folk e blues. Con l’accompagnamento di otto violoncelli si trasforma in sacerdotessa voodoo, misurandosi con alcuni dei più grandi successi della musica pop, da Bob Marley ai Daft Punk, dagli Imagine Dragons ai Radiohead.
Arriva nella prestigiosa Piazza Duomo di Spoleto, rinnovando la collaborazione con Umbria Jazz, anche la cantante americana rivelazione Rhiannon Giddens (6 luglio) – recentemente premiata con il Premio Pulitzer per la musica nel 2023 – accompagnata dal polistrumentista Francesco Turrisi con il quale ha vinto un Grammy Award nel 2022. Ripercorrendo la tradizione gaelica, americana, afroamericana e nativo-americana Giddens prende di mira la discriminazione, cantando le vite di persone costrette a tacere, dagli schiavi agli adolescenti uccisi dalla polizia nelle periferie urbane.